Nel corso dell’ultimo anno, l’emergenza sanitaria in Italia si è riflessa in una crisi nei Pronto Soccorso del paese, come evidenziato dai dati forniti dall’Osservatorio Nazionale permanente della Società italiana di emergenza Urgenza (Simeu).
In particolare, si segnala un significativo abbandono da parte dei medici e una carenza di dirigenti medici che raggiunge il 40% del fabbisogno nazionale.
Secondo l’analisi condotta su 137 strutture complesse Meu in tutto il territorio italiano, rappresentative del 30% dell’attività totale dei PS, sono stati registrati 1.033 medici che hanno abbandonato le emergenze nell’ultimo anno. Il 70% di essi si è dimesso, è andato in pensione, ha scelto la medicina generale o il settore privato, mentre il restante 30% è stato trasferito in altre unità ospedaliere. I nuovi ingressi, nel medesimo periodo, sono stati soltanto 567, portando a un bilancio negativo del 45% tra fuoriuscite e nuovi ingressi.
La carenza di dirigenti medici, oggi stimata in 4.000 unità, aggrava ulteriormente la situazione, rappresentando il 40% del fabbisogno nazionale.
Questi dati sono stati presentati durante il meeting operativo dei primari dei reparti di Medicina d’Emergenza Urgenza italiani.
Beniamino Susi, Vice presidente nazionale Simeu, ha sottolineato la necessità di una progettualità innovativa per invertire la tendenza, valorizzando il ruolo del medico d’urgenza e proponendo un modello organizzativo proiettato alle esigenze del futuro.
Un fattore critico emerso è il contenzioso legale nei Pronto Soccorso, con il 53% dei centri che presenta procedimenti penali nei confronti dei Dirigenti medici. Questo scenario contribuisce a scoraggiare i giovani medici dall’approfondire questa specializzazione.
Un’altra sfida è rappresentata dalla gestione dei turni, con contratti atipici nel 54% dei PS e dirigenti medici non Meu che operano in regime di prestazione aggiuntiva nel 48% dei casi. La frammentazione del personale all’interno delle strutture emerge in modo evidente, con la presenza di cooperative che forniscono in media 60 turni al mese nel 28% dei PS.
Il fenomeno del “boarding”, ovvero pazienti che restano in attesa di cure, è associato a problematiche socio-assistenziali (90% delle risposte), polipatologia (75%) e età avanzata oltre gli 80 anni (62%). La Simeu sottolinea la necessità di istituzionalizzare questo problema come parte integrante dell’ospedale.
In una nota positiva, il 40% dei PS dispone di ambulatori per pazienti a bassa criticità gestiti da medici esterni alla struttura, rappresentando un tentativo di indirizzare le risorse sui casi più acuti.
Infine, l’importanza del dialogo con le Università e le Scuole di specializzazione emerge come chiave per affrontare queste sfide e costruire un sistema sanitario più efficiente e sostenibile per il futuro.
Redazione Nurse Times
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari.php
Lascia un commento