Un medico di base, ritenuto il promotore delle due associazioni a delinquere coinvolte nella vicenda. è finito ai domiciliari.
Figurano medici di medicina generale, infermieri, farmacisti e titolari di laboratori di analisi tra le persone indagate dalla Procura di Nola (Napoli), a cui i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno notificato 17 provvedimenti cautelari (tra cui un arresto ai domiciliari) nell’ambito di un’indagine su una truffa al Servizio sanitario nazionale. Gli inquirenti contestano anche i reati di falsità ideologica, corruzione e associazione a delinquere.
I finanzieri hanno individuato a Pomigliano d’Arco (Napoli) due associazioni a delinquere, ai cui vertici c’erano medici di medicina generale che avrebbero messo a segno una lunga serie di truffe al Ssn, utilizzando false prescrizioni di medicinali, che poi venivano indebitamente rimborsate dall’Asl. Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per un medico di base, ritenuto il promotore delle due associazioni a delinquere.
Due medici di base sono stati sospesi per un anno dal pubblico servizio/ufficio connesso con l’esercizio della professione medica in convenzione con il Ssn. Sospesi per un anno anche sette farmacisti. A due legali rappresentanti di centri diagnostici è stato notificato il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.
A un ex farmacista e a due informatori scientifici è stato notificato un divieto di dimora nel comune di Pomigliano d’Arco. Infine due infermieri sono stati sospesi per un anno dall’esercizio della professione per conto di enti pubblici e privati convenzionati con il Ssn. Disposto anche il sequestro di beni ai danni degli indagati.
Secondo l’accusa, grazie a false prescrizioni di medicinali o analisi cliniche in favore di cittadini esenti dal pagamento del ticket, nei primissimi giorni del mese si esaurivano i fondi a disposizione dell’Asl di riferimento, a discapito di chi realmente aveva bisogno di farmaci o esami diagnostici.
Lo schema era sempre lo stesso: medici e farmacisti si accordavano tra loro e, in alcuni casi, con gli informatori scientifici, interessati all’azzeramento delle giacenze di magazzino dei prodotti sponsorizzati, per l’emissione e l’accettazione di ricette mediche per prodotti farmacologici intestate a pazienti esenti dal pagamento del ticket e aventi a oggetto farmaci che non venivano concretamente consegnati ai beneficiari.
Il secondo gruppo agiva con l’emissione di false ricette per esami di laboratorio in favore di persone esenti dal pagamento del ticket sanitario, diversi dagli effettivi fruitori delle prestazioni sanitarie prescritte.
Redazione Nurse Times
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