Che in Svizzera lavorino tanti infermieri stranieri, italiani compresi, è un fatto risaputo. Fa però discutere la recente decisione dell’Ospedale cantonale di Basilea Campagna di assumere infermiere provenienti dalle Filippine, anche a livello politico.
“Sembra un atto di disperazione portare infermieri da così lontano – sostiene Farah Rumy, consigliera nazionale (PS/SO), attiva nel sindacato degli infermieri SBK -. Soprattutto all’inizio, quando le persone sono appena state assunte, servono molto tempo ed energia da parte del personale già presente per formare i nuovi e prepararli al lavoro quotidiano”.
Sulla stessa linea Patrick Hässig, specialista in infermieristica e a sua volta consigliere nazionale (Verdi liberali/ZH): “In questo modo si indeboliscono altri Paesi che hanno bisogno di infermieri. E non si tratta solo delle Filippine. Penso che solo tre mesi di corso di tedesco siano complicati. Sono davvero pochi per poter affrontare discussioni tecniche complicate”.
Gli infermieri filippini dovrannop infatti affrontare un periodo formativo di tre mesi, comprendente un corso di tedesco, prima di essere avviato al lavoro mell’Ospedale cantonale di Basilea Campagna. Quesgt’ultimo, dal canto suo, sostiene che sono state le difficoltà nel reclutare nuovo personale a spingerlo nella direzione del Paese asiatico. “La concorrenza è agguerrita, perché molte aziende competono per il personale infermieristico”, fa sapere un portavoce della struttura.
Redazione Nurse Times
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