L’ex primo ministro olandese, Dries van Agt, insieme alla moglie Eugenie, ha deciso di ricorrere all’eutanasia lunedì 5 febbraio, alimentando una tendenza in crescita nei Paesi Bassi: l’eutanasia di coppia.
Questa scelta, parte di una pratica ancora rara ma in aumento, ha attirato l’attenzione su una questione complessa e delicata.
Secondo quanto riportato da The Guardian, l’eutanasia di coppia è stata notata per la prima volta nel 2020, con 26 casi registrati. Nel 2022, il numero è salito a 58, evidenziando un’ascesa significativa in pochi anni. Questo fenomeno, sebbene rappresenti solo una piccola percentuale del totale dei decessi per eutanasia nei Paesi Bassi, sta diventando sempre più visibile.
Van Agt, noto per il suo passato politico e il suo impegno filo-palestinese attraverso il Rights Forum, ha attirato l’attenzione sulla sua scelta di terminare la vita insieme alla moglie a causa di gravi malattie. Entrambi avevano 93 anni e, secondo il regista Gerard Jonkman, “non potevano andare l’uno senza l’altro”.
L’eutanasia nei Paesi Bassi è legale dal 2002 per determinate condizioni, con rigorose procedure che devono essere seguite. Sebbene la pratica di coppia sia meno comune, rappresentando solo il 5,1% di tutti i decessi olandesi nel 2022, secondo Fransien van ter Beek della fondazione pro-eutanasia NVVE, molti esprimono il desiderio di concludere la propria vita insieme al proprio partner. Tuttavia, come ha sottolineato, il percorso verso l’eutanasia di coppia non è facile.
La decisione di Dries van Agt e sua moglie Eugenie di ricorrere all’eutanasia insieme ha portato l’attenzione su un fenomeno in crescita nei Paesi Bassi. Mentre l’eutanasia di coppia resta un’opzione rara, il suo aumento evidenzia una maggiore consapevolezza e discussione attorno a questioni di fine vita e autonomia individuale.
Redazione Nurse Times
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