Un drone che trasportava un defibrillatore ha vinto la gara di velocità con un’ambulanza, arrivando sulla scena di un arresto cardiaco improvviso con un vantaggio di 3 minuti e 11 secondi. L’intervallo tra la scarica erogata precocemente dal defibrillatore, utilizzato da soccorritori occasionali, e il successivo arrivo dell’ambulanza, è stato di 2 minuti e 12 secondi. Un “vantaggio” che aumenta del 20% la probabiltà di salvare il paziente.
Questo il risultato della simulazione organizzata ad Altomonte (Cosenza). Si tratta del secondo test del genere, dopo quello realizzato a Taranto il 26 febbraio scorso, nell’ambito del progetto sperimentale Sanitary Emergency Urban Air Mobility (Seuam) della Società italiana sistema 118.
“L’arresto cardiaco improvviso – spiega Mario Balzanelli, presidente della Sis 118 – uccide, inesorabilmente, ogni ora, almeno otto italiani e quasi 60mila persone all’anno. Almeno il 40% di queste persone, colpite in qualsiasi fascia di età, possono essere salvate senza esiti neurologici invalidanti se ricevono immediatamente il massaggio cardiaco e, quando indicata, entro i primi tre-quattro minuti, la scarica elettrica erogata da un defibrillatore”.
Sempre Balzanelli: “Il test di Altomonte prevedeva l’invio in contemporanea di un drone e di un’ambulanza proveniente da Iersi (SP 121). A parità di punto di partenza, l’ambulanza ha dovuto percorrere un tratto stradale di 2.5 chilometri circa, mentre per il drone con il defibrillatore la distanza coperta è stata, in linea retta, di circa 500 metri”.
Aggiunge Giampietro Coppola, sindaco di Altomonte, partner della sperimentazione: “Crediamo nel progetto e siamo convinti che la sua messa a punto ed entrata in esercizio permetterà di salvare sempre più vite umane”.
Redazione Nurse Times
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