Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Eleonora Sabato, dottoressa in infermieristica e diregete di Fials La Spezia.
Gentile Direttore,
vorrei portare alla vostra attenzione una questione che sta diventando sempre più urgente per la professione infermieristica in Italia, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai percorsi di specializzazione. Nonostante la crescente necessità di infermieri specializzati all’interno del nostro sistema sanitario, il numero limitato di posti disponibili e l’ostacolo rappresentato dal test d’ingresso rendono estremamente difficile per molti infermieri accedere a tali percorsi formativi.
A complicare ulteriormente il quadro si osserva un preoccupante calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in Infermieristica, segnale di una perdita di interesse e fiducia verso la professione. Il caso dell’Università di Genova è emblematico: quest’anno, gli iscritti al corso di laurea magistrale in Infermieristica sono stati solo 199, rispetto ai 300 dello scorso anno. Eppure, nonostante il calo delle iscrizioni, il numero di posti per la specializzazione resta invariato, con soli 40 posti disponibili.
Questa situazione, oltre a frustrare le aspettative di molti professionisti, insieme alla creazione folle della nuova figura dell’assistente infermiere evidenzia un sistema che non riesce a rispondere in modo adeguato alle esigenze attuali del settore sanitario. Molti colleghi, scoraggiati dalle limitate opportunità offerte in Italia, stanno valutando percorsi alternativi, come quello di andare all’estero, in particolare in Albania, dove pagando cifre considerevoli è possibile accedere a percorsi di specializzazione.
Questo trend dimostra chiaramente che molti infermieri sono disposti a fare sacrifici pur di ottenere una specializzazione che in Italia sembra sempre più difficile da raggiungere. Personalmente, mi trovo a riflettere sulla possibilità di intraprendere un ulteriore percorso triennale, non tanto per una reale crescita professionale, ma per garantirmi un minimo di riconoscimento o addirittura, in prospettiva, un drastico cambio di carriera.
Questa situazione richiede un intervento urgente. È necessario rivedere il sistema di accesso alla specializzazione e aumentare il numero di posti disponibili, affinché il percorso formativo possa essere davvero accessibile e in linea con la domanda di personale qualificato. Altrimenti il rischio è che sempre più infermieri scelgano di lasciare il Paese o, peggio, di abbandonare una professione che ha un ruolo cruciale nel nostro sistema sanitario. Ringrazio per l’attenzione e spero che queste riflessioni possano stimolare un dibattito costruttivo e un impegno reale per migliorare la situazione.
Redazione Nurse Times
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