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Lamezia Terme, primario del Pronto soccorso colpito alla schiena con un manganello dai parenti di una paziente

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Lamezia Terme, primario del Pronto soccorso colpito alla schiena con un manganello dai parenti di una paziente
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Il dottor Rosarino Procopio

Un grave episodio di violenza si è verificato all’ospedale di Lamezia Terme. Ne è stato vittima il dottor Rosarino Procopio, primario del Pronto soccorso, che intorno alle 21 di lunedì sera è stato aggredito dai parenti di una degente che doveva essere dimessa. Secondo quanto ricostruito, durante il colloquio stava spiegando loro che il periodo di osservazione clinica era terminato, l’iter diagnostico concluso e la signora poteva rientrare a domicilio con la terapia prescritta dai sanitari.

Uno dei tre famigliari presenti, però, ha cominciato a inveire, opponendosi alla dimissione, e quando il primario si è girato per rientrare nella sua stanza lo ha colpito alla schiena con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto. Sul posto sono intervenuti tempestivamente gli uomini della sorveglianza aziendale, gli agenti del posto di polizia del Pronto soccorso e quelli del Commissariato di polizia, che stavano scortando un paziente.

La nota dell’Asp Catanzaro

L’Asp Catanzaro esprime, in una nota, “profonda solidarietà al primario Rosarino Procopio; condannare un’aggressione premeditata è tristemente scontato, ci aspettiamo una risposta forte da parte delle autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario, anche tutta l’utenza. In questo caso non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva, non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso. L’Azienda farà come sempre la sua parte”.

Le parole del medico aggredito

“È assurdo che un medico non riesca a lavorare con la tranquillità di poter dimettere una paziente – racconta il primario all’Adnkronos -. Sono stato aggredito per questa mia decisione perché, in base alle mie valutazioni, non sussistevano più le condizioni per tenere questa persona ricoverata e avevo pensato di liberare un posto in reparto per qualcun altro. I parenti, per tutta risposta, si sono ribellati e uno di loro mi ha colpito alle spalle, da dietro, con un manganello che, evidentemente, aveva premeditato di adoperare, dal momento che già ieri al telefono li avevo avvisati di venire a prenderla. Solo per poco non mi hanno colpito alla testa. Ci vorrebbe un posto fisso di forze dell’ordine in ospedale per gestire queste problematiche. Il lavoro delle guardie giurate, per quanto prezioso, non basta più”.

Il commento del governatore calabrese Occhiuto

“L’ennesimo episodio violento nei confronti del personale sanitario desta grande allarme e richiama l’urgenza di attivare ogni misura necessaria per tutelare i nostri medici e i nostri infermieri – afferma il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto -. Vicende gravi come quella dell’ospedale di Lamezia Terme stanno diventando sempre più all’ordine del giorno. Per questo, ancora una volta, rinnovo l’invito alle istituzioni affinché si attivino tutte le opportune contromisure per arginare un fenomeno così inquietante”.

Occhiuto esprime inoltre “sincera solidarietà e vicinanza al dottor Procopio, ai suoi colleghi, ai pazienti, e a tutta l’Asp Catanzaro. Mi auguro che l’individuo che si è permesso di entrare in ospedale con un manganello – un comportamento davvero pazzesco – e con l’evidente intento di usare violenza contro qualcuno, venga assicurato alla giustizia per il suo atto criminale e indegno di un Paese civile”.

Redazione Nurse Times

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