La presidente della Federazione: “Siamo pronti a raccogliere le sfide future”.
Quarant’anni di Servizio sanitario nazionale. Un sistema che si regge sulle capacità dei professionisti che lo caratterizzano, come ha sottolineato anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla celebrazione che il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha organizzato ieri. E di questi gran parte – oltre il 41% – sono infermieri.
“Il Servizio sanitario nazionale ha sempre puntato sul loro ruolo, sulle loro competenze – ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), il maggior Ordine d’Italia con i suoi oltre 445mila iscritti –. I 40 anni del Ssn rappresentano un traguardo importantissimo per il nostro Paese. Quando nacque, c’erano evidenti diseguaglianze di salute. Ora il Paese è cresciuto sotto ogni punto di vista: sono stati raggiunti traguardi importanti, l’età media continua ad aumentare. La sfida, adesso, è rendere questi anni di vita in più qualitativamente validi”.
E questa, secondo Mangiacavalli, è una sfida che gli infermieri sentono di poter raccogliere, a patto di non subire più blocchi e contingentamenti di personale, che negli ultimi dieci anni hanno messo a dura prova la sanità pubblica. “La priorità – sottolinea – è rimettere il nostro Ssn al centro della discussione in tutte le agende politiche e istituzionali, perché abbiamo scelto un sistema universalistico e gli infermieri ci credono. Vogliono lavorare affinché si possa realizzare un Ssn più coerente rispetto ai bisogni di salute, che investa di più sul capitale umano. E di questo sono garanti gli Ordini professionali e tutte le professionalità coinvolte nella cura e nell’assistenza, che devono operare in sinergia e multi professionalità”.
Conclude la presidente Fnopi: “Gli infermieri sono e saranno attori protagonisti dell’evoluzione del sistema nei prossimi dieci anni, capaci di gestire il cambiamento e l’innovazione sia dal punto di vista manageriale che da quello clinico, avendo sempre ben presente prioritariamente la relazione con l’assistito, la necessità di percepire i reali bisogni della persona. È sempre stato così in questi 40 anni, e siamo pronti a raccogliere la sfida futura”.
Giuseppe Papagni
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