Si avvicina prepotente la fine anche di questo anno assurdo e pesantissimo per noi infermieri. Come ogni fine anno è tempo di bilanci e di lezioni per il futuro.
Cosa portare nel prossimo di buono? Domanda abbastanza difficile a cui rispondere. Certamente dal punto di vista professionale davvero pochissimo, anzi praticamente nulla.
Un francobollo, una monetina, la solita tiritera sugli eroi, i soliti grazie di facciata e poi? Cosa altro ci resta? Che dire, la risposta è davvero facile ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Se non la coscienza cresciuta dentro ognuno di noi di essere professionisti indispensabili e di grande valore per il nostro sistema salute.
Gli infermieri precari resteranno tali per un altro anno ancora e poi? Chi vivrà vedrà!
Il contratto scaduto ormai ad inizio 2021 è ancora in discussione e su basi ridicole se non offensive.
Persino l’indennità di specifica infermieristica già stanziata nella finanziaria del 2021 e legata alla firma del nuovo contratto è ferma lì.
La proposta di erogarla in deroga ed in attesa del rinnovo che era stata avanzata sotto forma di emendamento alla finanziaria 2022 è evaporata miracolosamente come tre gocce di alcool su un piano.
Coniando così una nuova ed indecente forma di ricatto del tipo “pezzenti” volete questi due baiocchi allora firmate un contratto INACCETTABILE ED OFFENSIVO e silenzio.
Il covid che speravamo metterci alle spalle con le vaccinazioni, sempre con spirito di servizio e la solita eroica abnegazione, abbiamo contribuito in modo determinante e diciamolo pure forte GRATUITO
Eccolo è sempre qui e di nuovo ci costringe a rientrare negli scafandri, a rinunciare a ferie, a rinunciare ai riposi ed a ricominciare (in realtà non abbiamo mai smesso) con i doppi turni estenuanti rinunciando per il bene del sistema al nostro recupero psicofisico.
I famosi riconoscimenti che i governi ci avevano promesso NON PERVENUTI.
Però ci presentato una bozza contrattuale con la solita mancetta.
Restiamo i professionisti della salute tra i meno pagati d’Europa.
Restiamo anche i meno numericamente rappresentati nel rapporto tra cittadini/infermieri.
Eppure siamo sempre lì, ci arrampichiamo sugli specchi, rinunciamo a tutto e facciamo sacrifici immani per garantire a tutti quel minimo sindacale di salute.
Mi pare persino troppo brutto per essere vero dover fare un bilancio così impietoso di un anno maledetto.
Direi addirittura incredibile se non fosse DRAMMATICAMENTE TUTTO VERO. Mi ritrovo a scrivere di queste cose e mi chiedo “ma sto avendo un incubo? oppure sono sveglio?”
Allora mi sale impetuoso un moto di sana, inconsapevole ed irrefrenabile RABBIA, QUELLA CHE POSSIAMO SENZA ALCUNA ENFASI DEFINIRE LA RABBIA DEI GIUSTI.
In conclusione è proprio questa che dovremo tutti noi portare in dote al prossimo anno.
Perché abbiamo pianto abbastanza.
Come diceva un saggio dell’antica Grecia “il pianto a lungo andare diventa rabbia ed un popolo quando smette di piangere il pianto diventa rabbia e fa le rivoluzioni, spariglia gli ingiusti ed ottiene il pane e la libertà”
Ovviamente parlo di rabbia e non di violenza quella non ci appartiene e mai ci apparterrà.
Abbiamo a questo punto però bisogno di far esprimere il peso immane della rabbia che cova dentro ogniuno di noi perchè tutti si accorgano e sentano proprio cosa stiamo soffrendo e cosa stiamo subendo e di come nonostante tutto e tutti.
Noi ci siamo sempre stati e sempre ci saremo per tutti. Fin dal primo giorno del prossimo anno dovremo segnare un solco, un confine, una linea di non ritorno. Tutti sindacati, ordine professionale e governi, qualunque essi siano, dovranno scegliere da che parte stare della barricata.
Non abbiamo purtroppo ormai altra scelta dobbiamo combattere e dobbiamo farlo per la nostra dignità, per i nostri figli, per i nostri futuri colleghi e non ultimo per i nostri cittadini.
Perché dagli esiti di questa disputa dipenderà il cambiamento, e capire se davvero il paese sarà in grado di avere un sistema salute capace di prendersi cura delle persone oppure se resteremo inchiodati ad un sistema che cura le malattie.
Un sistema che proprio con il covid ha dimostrato il suo fallimento strutturale e la sua incapacità di produrre salute vera, limitandosi ad incollare alla meno peggio i cocci di un vaso rotto.
Questo paese ha bisogno di noi del nostro sapere, saper fare e saper essere.
Se non saremo noi infermieri a prendere la leadership del cambiamento dei modelli organizzativi, ahimè non ci sarà alcun cambiamento, né per noi, né tantomeno per il sistema salute e il nostro amato paese.
….e anche i miliardi del PNRR a questo punto non serviranno a nulla se non ad essere sperperati ingrassando interessate tasche.
Angelo de Angelis
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