Prosegue la diatriba tra il governatore del Veneto ed i professionisti della salute. Dopo la risposta ironica dei sette Ordini dei Medici provinciali arriva la replica di Zaia:
“Stiamo dicendo da mesi che per fare iniezioni non serve una laurea. L’iniezione è un fatto meccanico, non dico che quando avremo i vaccini bisognerà andare dalla vicina a fare la puntura, ma quasi”.
Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri avverte: “No alla banalizzazione delle competenze”
Altro che semplice azione meccanica: La puntura in realtà è solo la parte temporale minimale di tutto il processo che si articola in cinque fasi. Si comincia con l’anamnesi o storia clinica del paziente, competenza esclusivamente medica. Si prosegue con l’acquisizione del consenso informato sul foglio prevaccinazione, anch’essa di esclusiva competenza medica, dopo adeguato colloquio. Terza fase, preparazione e inoculazione a carico di infermiere o medico. C’è poi l’osservazione del paziente per possibili eventi avversi per idiosincrasie, allergie, reazioni anomale, con eventuale ed adeguato intervento rianimatorio in casi estremi. Infine, la registrazione e consegna del certificato firmato da operatore sanitario abilitato.
È davvero spiacevole leggere queste frasi mentre tanti volontari e tanti colleghi professionisti sono impegnati in queste ore nella campagna vaccinale.
La Vaccinazione è un’attività sanitaria che richiede specifiche competenze professionali, non è come mangiare ciliegie, una dietro l’altra, ad un convegno mentre si parla di neonati morti in ospedale.
Zaia ultimamente sta dimostrando la stessa superficialità del suo leader di partito.
Colgo l’occasione per augurare serenità alle famiglie che in questi giorni non potranno vedere i propri cari. Un augurio di speranza per chi ancora lotta in un letto di Ospedale. Un augurio di resistenza a tutti i colleghi”, conclude il comunicato.
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