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WoundCare, l’app per monitorare le ferite chirurgiche a domicilio e prevenire le infezioni

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Una nuova app per smartphone sta permettendo ai pazienti dimessi dopo intervento chirurgico di inviare le immagini delle proprie ferite agli infermieri che li hanno assistiti durante il ricovero.

Attraverso il portale “WoundCare” potranno ottenere informazioni sullo stato di guarigione della cute.

È stata sviluppata dai ricercatori del Wisconsin Institute of Surgical Outcomes Research (WiSOR) e dal Dipartimento Chirurgico dell’Università del Wisconsin con l’obiettivo di individuare precocemente infezioni del sito chirurgico e prevenire ulteriori ricoveri correlati a problematiche postoperatorie.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of the American College of Surgeons.

Le infezioni del sito chirurgico rappresentano le più comuni infezioni nosocomiali e la principale causa di riammissione ospedaliera dopo intervento chirurgico.

A causa della prevalenza delle infezioni del sito chirurgico, il team di ricercatori del WiSOR ha deciso di valutare se il monitoraggio postoperatorio delle ferite chirurgiche possa essere effettivamente realizzato attraverso l’upload delle foto attraverso l’app WoundCare. Il paziente potrà fornire anche ulteriori informazioni sanitari, rispondendo alle domande che l’infermiere potrebbe porgli.

Quaranta pazienti sottoposti a chirurgia vascolare sono stati arruolati nello studio.

Il tasso generale dei dati sottomessi è stato del 90,2% tra i partecipanti con una revisione in tempi medi di 9,7 ore.

Durante lo studio, sette complicanze della ferita chirurgica furono individuate insieme ad un falso negativo.

I pazienti si sono dichiarati entusiasti dall’app, definita estremamente semplice da utilizzare. Hanno riferito di sentirsi rassicurati dal fatto di avere le loro lesioni regolarmente monitorare da un professionista.

I “Nurse Practitioners” chirurgici sono i responsabili del monitoraggio delle immagini caricate sul portale dai pazienti e del controllo della soddisfazione dei pazienti.

Gli autori dello studio hanno notato come il successo e la sostenibilità di un monitoraggio della ferita chirurgica post-dimissione richieda un programma transizionale per il personale. Non sarebbe sufficiente quindi aggiungere responsabilità agli infermieri per migliorare la qualità.

L’applicazione del protocollo permetterà anche una riduzione dei costi, in aggiunta agli aspetti relativi alla sicurezza del paziente e della sua soddisfazione. Gli autori dello studio hanno osservato come le ISS rappresentino le infezioni più “costose” per le aziende ospedaliere. Ogni riammissione per complicanza della ferita chirurgica determina una spesa media di circa 30.000 dollari per un totale annuo stimato di 3-10 miliardi di dollari.

Una limitazione ai protocolli di telemedicina è dato dalla necessità di utilizzare uno smartphone o un computer. Non tutti i pazienti avrebbero le necessarie conoscenze tecnologiche per caricare autonomamente le proprie fotografie.

I ricercatori del team WiSOR hanno affrontato il problema invitando i pazienti a corsi di formazione specifico e fornendo loro un iPhone 5S, oltre al supporto tecnico necessario, attivabile telefonicamente.

Simone Gussoni

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