Gentile Direttore di NurseTimes,
in questi giorni abbiamo assistito ad un imbarazzante teatrino dove alcuni sindacati della Dirigenza Medica, non titolati a parlare di Comparto, hanno effettuato osservazioni e critiche sul CCNL del Comparto sanità (già stato siglato da Aran e Sindacati ed ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio dei Ministri, ma che è ancora in attesa della certificazione della Corte dei conti) che lasciano i tecnici senza parole.
I Sindacati in questioni dovrebbero essere a conoscenza che una via pattizia non può derogare a leggi dello Stato, facendo venir meno ab origine ogni critica e osservazione avanzata, a mio avviso in maniera totalmente inopportuna e tardiva, considerando che il testo è noto a tutti gli stakeholder da mesi.
Purtroppo si continua a parlare di atto medico in manera inopportuna e non di atto sanitario, considerando che la legge stabilisce le competenze esclusive dei medici (diagnosi, prescrizione, consenso informato e compilazione delle SDO) differenziandole dall’atto medico specialistico che compete al medico specialista (esempio refertazione indagine radiografica).
Il combinato disposto delle leggi 42/1999, 43/2006 e 251/2000 hanno delineato chiaramente il perimetro in cui si muovono tutte le Professioni sanitarie, pertanto continuare a sostenere tesi scollegate dalla realtà, propagandistiche e lesive del Sistema salute, è un’operazione assolutamente da censurare.
Una cosa però va evidenziata, i medici devono fare i medici. In molte realtà abbiamo medici che svolgono attività che in altre Regioni sono svolte dagli Infermieri, sottraendo quindi unità mediche specialistiche nonché attività proprie del medico alle Aziende sanitarie(esempio wound care).
Mi chiedo se nel 2022 sia ancora necessario avere un medico specialista per la prescrizione di un presidio per l’incontinenza, in un paziente che ha già ricevuto la diagnosi da un medico di una struttura pubblica o privata convenzionata. In questa decuplicazione di burocrazia sottraiamo medici specialisti a funzioni indispensabili per il funzionamento del SSN e generiamo di contro il problema annoso delle liste d’attesa.
Un Infermiere specialista con competenze certificate (master o laurea magistrale) non può essere prescrittore di un presidio per l’incontinenza? Certamente sì in una visione innovativa della sanità.
A chi non vuole l’evoluzione del Sistema salute e il cambiamento anche per ragioni corporativiste, spero non economiche, dicosemplicemente di guardare agli altri paesi dell’OCSE dove i medici non sono relegati a meri prescrittori di presidi e gli Infermieri svolgono ope legis funzioni specialistiche consentite anche in Italia a legislazione invariata.
Una sana cultura delle Professioni sanitarie non farebbe male a quelpiccolo e isolato gruppo di sindacalisti medici conservatori di una visione ottocentesca della sanità.
Redazione NurseTimes
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