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Vitiligine: i benefici di ruxolitinib in crema

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Vitiligine: i benefici di ruxolitinib in crema
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Due analisi dei dati aggregati degli studi di fase III TRuE-V1 e TRuE-V2 dimostrano come il farmaco consenta una ripigmentazione sostanziale del viso e del corpo alla settimana 52.

Nei pazienti adolescenti e adulti affetti da vitiligine non segmentale, ruxolitinib in crema ha consentito una ripigmentazione sostanziale del viso e del corpo alla settimana 52, che è risultata coerente in tutti i sottogruppi demografici e di caratteristiche cliniche basali. Due analisi dei dati aggregati degli studi di fase III TRuE-V1 e TRuE-V2 sono state presentate al congresso della European Academy Of Dermatology And Venereology (EADV) 2022.

La vitiligine è una malattia autoimmune cronica, caratterizzata dalla depigmentazione della pelle dovuta alla perdita di melanociti, le cellule produttrici di pigmento. Può manifestarsi a qualsiasi età, anche se nella maggior parte dei casi i primi sintomi compaiono entro i trent’anni.

«In Italia l’incidenza è stimata intorno alll’1-2%, significativa nell’ambito delle malattie dermatologiche – spiega ai microfoni di Pharmastar il professor Mauro Picardo, direttore del Dipartimento clinico sperimentale dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma e fino a poco tempo fa coordinatore di una task force europea proprio sulla vitiligine -. Negli anni abbiamo scoperto che la distruzione dei melanociti è legata a un meccanismo di tipo autoimmune, quindi ormai rientra tra le patologie dermatologiche infiammatorie su base immunologica come lo sono la psoriasi e la dermatite atopica. Sappiamo che la cute pigmentata dei soggetti affetti da vitiligine non è del tutto normale, presenta infatti delle alterazioni che la rendono particolarmente sensibile a meccanismi di trauma esterno che possono essere gli iniziatori della comparsa delle manifestazioni cliniche».

Prosegue Picardo: «Come tutte le malattie autoimmuni può essere associata a un processo infiammatorio sistemico e quindi, talvolta, alla sindrome metabolica. Può essere associata ad altre patologie autoimmuni, la più frequente delle quali è la tiroidite autoimmune, presente in almeno il 25-30% dei soggetti con vitiligine, o ad altre condizioni come il diabete, l’anemia perniciosa o l’artrite reumatoide. La malattia ha anche un forte impatto psicologico, dal momento che le macchie bianche sono ben visibili e frequentemente sono presenti in zone dove avvengono traumi come le mani, il viso e gli occhi, quindi condiziona notevolmente i rapporti sociali.  La vitiligine non è una condizione cosmetica ma una patologia biologicamente rilevante, che deve essere considerata e trattata come una malattia e non come una situazione disfigurante».

Si ritiene che l’infiammazione coinvolta nella patogenesi e nella progressione della vitiligine sia guidata da un’eccessiva attività della via di segnalazione della Janus chinasi (JAK). Una formulazione in crema dell’inibitore JAK1/JAK2 ruxolitinib all’1,5% nel mese di luglio ha ricevuto l’approvazione dalla Fda statunitense per il trattamento topico della vitiligine non segmentale in pazienti adulti e pediatrici a partire dall’età di 12 anni. Si tratta del primo e unico trattamento approvato per la ripigmentazione nei pazienti con vitiligine e l’unica formulazione topica di un inibitore della Janus chinasi approvata negli Stati Uniti. In due studi randomizzati, in doppio cieco, di fase III, controllati con veicolo, su adulti e adolescenti con vitiligine (TRuE-V1/TRuE-V2), ruxolitinib crema è stato statisticamente superiore al veicolo alla settimana 24 negli endpoint primari di efficacia e in tutti gli endpoint secondari chiave di efficacia.

I trial clinici TRuE-V1 e TRuE-V2 – I trial sono stati condotti in Nord America ed Europa. Hanno arruolato pazienti di età ≥12 anni con vitiligine non segmentale con depigmentazione che copriva ≤10% della superficie corporea totale (BSA) e punteggi del Vitiligo Area Scoring Index facciale e totale (F-VASI/T-VASI) ≥0,5/≥3. I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere ruxolitinib crema all’1,5% due volte al giorno o il solo veicolo per 24 settimane, al termine delle quali tutti potevano applicare ruxolitinib crema fino alla settimana 52 (estensione in aperto).

In totale negli studi TRuE-V sono stati randomizzati 674 pazienti (ruxolitinib crema n=450, veicolo n=224), 673/661 sono stati inclusi rispettivamente nelle analisi di sicurezza ed efficacia e 569 hanno proseguito nell’estensione in aperto (ruxolitinib crema dal giorno 1 n=385, crossover dal veicolo n=184). Gli endpoint chiave di efficacia erano la percentuale di pazienti che otteneva un miglioramento ≥75%, ≥50% e ≥90% rispetto al basale nell’F-VASI (F-VASI 75, F-VASI 50 e F-VASI 90), un miglioramento ≥50% rispetto al basale nel T-VASI (T-VASI 50), un punteggio di 4 (molto meno evidente) o 5 (non più evidente) nella Vitiligo Noticeability Scale (VNS) e la variazione percentuale rispetto al basale della BSA facciale (F-BSA).

Sono state inoltre valutate la sicurezza e la tollerabilità. I dati della settimana 52 sono riportati come casi osservati. La maggior parte dei pazienti ha completato 52 settimane di trattamento (79,2%). Le ragioni più frequenti per l’interruzione sono stati il ​​ritiro da parte del paziente (9,1%) e la perdita al follow-up (8,5%). L’età media al basale era di 39,5 anni e il 27,9% dei pazienti aveva tipi di pelle di Fitzpatrick IV-VI.

Ripigmentazione sostanziale di viso e corpo alla settimana 52 – Un’analisi presentata al congresso ha riportato i dati aggregati di efficacia e sicurezza a 52 settimane degli studi TRuE-V.

I valori medi F-VASI/T-VASI al basale erano 0,92/6,69. I tassi di risposta alla settimana 52 per i pazienti trattati con ruxolitinib crema dal giorno 1 sono stati i seguenti:

  • F-VASI 75 = 50,3%
  • F-VASI 50 = 74,6%
  • F-VASI 90 = 30,3%
  • T-VASI 50 = 51,1%
  • Punteggio VNS di 4/5 = 36,3%
  • F-BSA variazione percentuale media rispetto al basale = –43,3%. 

L’efficacia alla settimana 52 tra i pazienti crossover (dopo 28 settimane di ruxolitinib crema) è risultata coerente con i dati della settimana 24 nei soggetti che hanno applicato ruxolitinib crema dal giorno.

Eventi avversi (EA) correlati al trattamento si sono verificati nel 13,7% dei pazienti trattati con ruxolitinib crema in qualsiasi momento dello studio e i più comuni sono acne al sito di applicazione (4,4%) e prurito al sito di applicazione (3,5%). Eventi avversi gravi (SAE) si sono verificati nel 2,2% dei pazienti, nessuno dei quali è stato considerato correlato al trattamento.

«Gli adolescenti e gli adulti con vitiligine non segmentale trattati con ruxolitinib in crema hanno ottenuto una ripigmentazione sostanziale del viso e del corpo alla settimana 52 nei dati aggregati di due studi di fase III – hanno concluso i ricercatori -. Il farmaco è stato ben tollerato, senza che fossero segnalati eventi avversi gravi correlati al trattamento».

Risposte coerenti in tutti i sottogruppi – Una seconda analisi presentata all’EADV ha riportato i dati aggregati di efficacia e sicurezza a 52 settimane basati sui dati demografici basali e sulle caratteristiche cliniche degli studi TRuE-V. Alla settimana 52, i pazienti che hanno ottenuto una risposta F-VASI 75 sono stati valutati per sesso, gruppo di età, tipo di pelle di Fitzpatrick, area del viso coinvolta dalla vitiligine (F-BSA), stabilità della malattia valutata dallo sperimentatore e precedente terapia.

Alla settimana 52, il 50,3% dei pazienti trattati con ruxolitinib crema dal giorno 1 ha raggiunto la risposta F-VASI 75, la cui efficacia è stata identificata in tutti i sottogruppi caratteristici demografici e clinici. Sono state osservate risposte F-VASI 75 sostanziali negli uomini (43,6%) e nelle donne (55,2%) e in tutti i gruppi di età (12–17 anni 48,0%, 18–64 anni 52,0%, ≥65 anni 36,0%). Le risposte F-VASI 75 erano generalmente coerenti in base al tipo di pelle (I–III 47,4%, IV–VI 57,4%), F-BSA (<1,5% 49,1%, ≥1,5% 55,2%), stabilità della malattia valutata dallo sperimentatore (stabile 49,4%, progressiva 52,7%) e terapia precedente (corticosteroidi topici 50,9%, inibitori topici della calcineurina 49,2%, fototerapia 54,0%).

Eventi avversi (AE) correlati al trattamento si sono verificati nel 13,7% dei pazienti sottoposti a ruxolitinib crema in qualsiasi momento durante lo studio, con tassi generalmente simili tra i sottogruppi demografici.

«I pazienti adolescenti e adulti con vitiligine non segmentale che hanno applicato ruxolitinib crema hanno raggiunto una risposta F-VASI 75 alla settimana 52, indipendentemente dai dati demografici o dalle caratteristiche cliniche al basale – hanno concluso gli autori -. La crema a base di ruxolitinib è stata ben tollerata e l’incidenza di eventi avversi correlati al trattamento è stata simile tra i sottogruppi».

Redazione Nurse Times

Fonte: PharmaStar

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