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Violenza su operatori sanitari e sociosanitari: ddl approvato, ma no allo status di pubblico ufficiale.

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Gran Bretagna, aumentano le aggressioni al personale NHS
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Le Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno detto sì alla procedibilità d’ufficio e all’aggravio delle pene per gli aggressori. Previsto anche l’obbligo di costituirsi parte civile per le aziende sanitarie. La Lega ha abbandonato i lavori per protesta. Le reazioni a caldo.

Le Commissioni Giustizia e Affari sociali hanno approvato, con alcune integrazioni, il ddl contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, già licenziato in precedenza dal Senato. Tra i principali nodi da sciogliere c’era lo status di pubblico ufficiale per gli operatori stessi. Proposta bocciata, anche se sono state riconosciute le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta, cioè la procedibilità d’ufficio e l’aggravio delle pene per gli aggressori. Inoltre, nei processi per aggressione ai danni dei loro dipendenti, le aziende sanitarie avranno l’obbligo di costituirsi parte civile. Da segnalare le proteste della Lega, che ha abbandonato i lavori.

Soddisfazione per l’approvazione del testo è stata espressa da vari esponenti di Governo e maggioranza. “Siamo soddisfatti del risultato – ha detto a Quotidiano Sanità il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa –. Abbiamo ottenuto il massimo delle tutele rispondendo alle richieste che tutti i lavoratori della sanità ci avevano da sempre sollecitato, ossia vedere riconosciute le stesse tutele che derivano dallo status di pubblico ufficiale, quindi in primo luogo la procedibilità di ufficio, un aggravio delle pene per chi commette aggressioni verso medici, infermieri e tutti gli operatori della sanità. Ci siamo uniformati a quanto la giustizia ci chiedeva, confortati dal fatto che il medesimo orientamento fosse stato condiviso dalla Consulta delle professioni sanitarie riunita questa mattina al ministero della Salute. Svilire questo risultato come fa la Lega che ha abbandonato i lavori minacciando battaglia in Aula, è una pura strumentalizzazione politica, non sarà utile né a loro né tanto meno a quanti ogni giorno lavorano negli ospedali e sul territorio. Il mio auspicio è che l’Aula possa approvare al più presto una legge tanto attesa”.

Soddisfatto anche Paolo Siani, pediatra e deputato Dem della XII commissione, oltre che promotore dell’emendamento che obbligherà le aziende sanitarie a costituirsi parte civile nei processi per aggressioni a danno degli operatori sanitari: “Siamo alla stretta finale sulla proposta di legge sulla sicurezza del personale sanitario. Sono stati due giorni di lavori intensi nelle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera, con riunioni, approfondimenti, consultazioni, confronti anche aspri. Al termine è stato deciso di dare a tutti gli operatori tutti i vantaggi della qualifica di pubblico ufficiale (procedibilità d’ufficio, inasprimento delle pene), senza tutti gli oneri che comporta questa qualifica. Inoltre, è previsto che le aziende sanitarie abbiano l’obbligo di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. In sostanza, quando la legge sarà approvata chiunque farà violenza a un operatore sanitario o sociosanitario, in qualsiasi luogo stia lavorando, incorrerà nelle medesime pene previste per l’aggressione a un pubblico ufficiale. Questo sarà il più importante deterrente che speriamo possa definitivamente far terminare questa lunga spirale di violenza verso chi si prende cura di noi”.

Alla relatrice Angela Ianaro (M5S) il compito di chiarire gli obiettivi raggiunti con l’approvazione del testo: “L’obiettivo di questa legge, fortemente voluta dall’ ex ministro Giulia Grillo, è quello di rispondere a una necessità cogente di maggiore tutela degli operatori sanitari e sociosanitari nello svolgimento delle loro funzioni. Abbiamo ulteriormente esteso le tutele includendo tutte le figure professionali coinvolte nella salvaguardia della salute pubblica, compresi gli operatori di pubblico servizio che prestano soccorso e assistenza sanitaria, e abbiamo previsto di implementare la formazione del personale per prevenire atti di violenza. Per noi è fondamentale la prevenzione, così come lo è tutelare tutti coloro che sono coinvolti nella salvaguardia della salute pubblica”.

Si allinea pure Elena Carnevali, capogruppo Dem in Commissione Affari sociali: “Un ottimo lavoro, concluso nel rispetto dei tempi. L’inasprimento delle pene in caso di lesioni personali gravi o gravissime, l’estensione delle aggravanti nei delitti commessi con violenza e minaccia, la procedura d’ufficio sono il segnale tangibile che i professionisti non sono più soli nell’opera di contrasto dei frequenti casi di violenza, cosi come l’obbligo di costituirsi parte civile per le aziende e le pubbliche amministrazioni. La formazione e la prevenzione sono poi gli altri due caposaldi del testo, oltre alla previsione, nei piani di sicurezza, di protocolli operativi con le forze dell’ordine per garantire interventi tempestivi. È un vero peccato che la Lega abbia deciso di abbandonare i lavori su una tema così delicato e urgente, vista anche la disponibilità che i relatori Bordo e Ianaro avevano fornito rispetto al respingimento di proposte che rischiavano di escludere alcune professioni, e dopo che avevamo garantito agli operatori, compresi i volontari del soccorso, tutte le tutele riservate ai pubblici ufficiali. Ora attendiamo il vaglio delle commissioni di merito, per giungere presto all’approvazione dell’Aula della Camera”.

L’ex ministro Giulia Grillo ha affidato a Twitter un breve commento: “Da ministro ho voluto con tutta me stessa un ddl che proteggesse il nostro personale sanitario, spesso vittima di aggressioni e violenze. Oggi questo ddl è stato finalmente approvato dalle commissioni della Camera e non mi resta che sperare che passi velocemente anche in Senato”.

Delusione, infine per Michela Rostan (LeU), che si è vista respingere l’emendamento con cui chiedeva il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario in servizio. Questo il suo post su Facebook: “Per due anni ho lavorato intensamente alla mia proposta di legge per il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario in servizio. È stata la mia prima proposta della legislatura, ed è stata la mia battaglia fino all’ultimo. Purtroppo oggi, in Commissione Affari sociali, il Governo ha dato parere contrario al mio emendamento, e Pd e 5 Stelle hanno votato contro. Nel corso di tutto questo tempo ho incontrato decine di operatori sanitari vittime di aggressioni, anche brutali, rappresentanti nazionali e locali dei sindacati di categoria, i medici dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, gli operatori del 118, associazioni di professionisti, titolari di strutture cliniche, esperti giuristi e guardie giurate che operano nelle strutture ospedaliere. Molti di loro sono stati ascoltati in audizione nella Commissione della quale faccio parte: tutti d’accordo con questa proposta. Insieme abbiamo preparato il testo di legge. Ecco perché è un voto che fa male. Che mostra il più totale disinteresse per i problemi di una categoria che quotidianamente si adopera per tutelare la nostra salute tra mille problemi logistici e organizzativi. Io ho fatto tutto quello che potevo: ho difeso la proposta fino a votare in dissenso da Governo e maggioranza. Ora tocca agli altri prendersi la responsabilità delle loro scelte. La mia battaglia è stata limpida e decisa. La legge sulla violenza contro medici e personale sanitario uscirà dalla Camera imperfetta, inefficace, insufficiente. C’è grande rammarico e grande amarezza. Ma ho l’orgoglio di aver difeso fino in fondo le cose in cui credo”.

Redazione Nurse Times

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