La Toscana da almeno un decennio, ma forse possiamo portare questo lasso di tempo anche a tre lustri, è un laboratorio politico che ha avuto la capacità di estendere il proprio risultato sino a conquistare i centri del potere centrale.
In questo senso Matteo Renzi è stato il condottiero, o il cavallo di Troia, laddove dentro un Regione Rossa è riuscito partendo da suo solco culturale “bianco” a imporre il proprio pensare ed agire.
Forse a qualcuno, soprattutto non frequentante le Regioni a marca PD (ex PCI, PDS e infine DS), sarà sfuggito come da sempre la suddivisione del potere era chiaro: al Partito la gestione ed il controllo dei Comuni, ritenuti i veri centri di controllo lasciando agli altri le briciole ossia le province. Matteo Renzi ha di fatto rovesciato questa consuetudine conquistando la provincia di Firenze come testa di ponte per arrivare prima al Comune e poi dove tutti sappiamo.
Questa breve ricostruzione politica può interessare gli infermieri ed un giornale che tratta questioni infermieristiche prima e sanitarie poi? Quando in gioco ci sono 140 posti di lavoro di operatori sanitari ovvero infermieri, OSS e medici e personale dell’indotto credo sia doveroso parlarne e farlo con cognizione di causa.
Di cosa sto parlando? Sto parlando di Villa Ragionieri, il Centro Oncologico Fiorentino, un polo privato nato sotto i migliori auspici ed entusiasmi. E’ sufficiente digitare “CFO Villa Ragionieri” per scorrere pagine di articoli dalla sua inaugurazione sino al disastro odierno.
Un progetto interessante, indubbiamente all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico che umano, un tentativo di dare una risposta di qualità nel campo oncologico, seppure inserito in un quadro complesso visto la vicinanza della AOU Careggi.
A capo della operazione una Assicurazione, la Fondiaria SAI, che a Firenze ha fatto più danni della grandine, legata ad un nome di spicco delle cronache giudiziarie come Salvatore Ligresti e l’area finita sotto sequestro come quella del Castello, area interessante perché luogo dove la famiglia Della Valle (proprietaria della Fiorentina Calcio) aveva interessi economici per la volontà di costruire la cosiddetta “cittadella viola”.
Per quanto appaia lontano anni luce l’intreccio Ligresti – Fondiaria SAI – Castello – Della Valle, per chi non fosse di Firenze è utile ricordare che siamo sempre nella zona dove sorge la struttura protagonista di questa storia e con lei la vita di 140 persone e le loro famiglie.
Ma Fondiaria SAI ad un certo punto, come le cronache riportano, si fonde con UNIPOL Assicurazioni. Al lettore attento e informato questo nome racconta una storia che si intreccia molto con la politica e con un partito in particolare: la scalata UNIPOL-BNL che finirà male e la famosa frase di Fassino “abbiamo una banca!”. Fassino, oggi Sindaco di Torino, noto esponente nonché Segretario dei DS.
Siamo di fronte ad una situazione paradossale: da un lato una struttura di proprietà di UNIPOL e dall’altra una Giunta Regionale del PD, ossia la trasformazione dei DS, sotto a questi due colossi la vita di 140 persone.
La questione potrebbe essere populisticamente finire qui, la solita storia di interessi politici-economici che nulla hanno a che vedere con la Sanità e i loro operatori. In realtà è proprio a questo punto che le cose diventano più complicate.
UNIPOL si ritrova in eredità da Fodiaria SAI alcune strutture sanitarie che insistono sulla zona della Città Metropolitana di Firenze, un ramo di impresa del tutto estraneo e sul quale presto cominceranno a ragionare.
Un po’ sotto traccia mediatica è passata la vicenda di Villa Donatello, o almeno così era nelle intenzioni di UNIPOL e Sindacati Confederali, quando un anno fa di questi tempi di apriva la crisi e la prospettiva di licenziamento per 46 dipendenti.
UNIPOL con Villa Donatello dimostrava come i suoi interessi rispetto al Sanità fossero ben diversi, i loro core business è vendere nel ramo “vita” ossia avere clienti che abbisognavano di visite ambulatoriali e non malati oncologici che rappresentavano una spesa insostenibile. Se hai un furuncolo da curare, l’assicurazione ti paga la visita dal rinomato professore, ma se hai il cancro le cose cambiano.
A questo punto Villa Ragionieri? La struttura rappresentava per UNIPOL un esborso oneroso, le perdite erano cospicue, milioni di Euro che l’Assicurazione non poteva e non voleva perdere. La cifra che pesava sul groppone si aggira sui 150 milioni di euro, una cifra insostenibile per chi ha nel DNA solo attività ambulatoriali
Ma come precedentemente scritto, la vicenda non è “sanitaria” o meglio non soltanto. Siamo nella cosiddetta Piana Fiorentina dove gli interessi si incrociano e non sono solo politici ma si svolge una rappresentazione plastica della ascesa di Matteo Renzi e del cosiddetto Giglio Magico.
Nello stesso lasso temporale, dieci anni, a pochi metri di distanza da Villa Ragionieri l’assetto territoriale viene stravolto. L’area Castello è da sempre al centro degli speculatori edilizi, Fondiaria Sai prima delle note inchieste giudiziarie, aveva previsto un investimento di quasi 1 miliardo di Euro. Nel 2008, tra i vari lavori era stata avviata anche la costruzione di quello che oggi è il Nuovo Comando Stazione dei Carabinieri di Firenze Castello, proseguita e conclusa solo dopo il dissequestro dell’area. Nella zona che separa la pista dell’aeroporto e la caserma dei sottufficiali dei Carabinieri viene pianificata la realizzazione delle vasche di laminazione, tarate per sopportare il carico d’acqua che una struttura come la caserma dei marescialli dovrebbe sopportare.
L’area che rimane tra la caserma, le vasche e l’aeroporto, diviene oggetto di studi per la costruzione, da parte di Unipol, proprietario del terreno, di un ennesimo centro commerciale in quella zona. Un’operazione che la proprietà valuta in circa 500 milioni di euro di possibili utili.
La novità arriva nel 2014 con l’insediamento a Palazzo Chigi di Matteo Renzi. L’ex Sindaco di Firenze, attraverso una modifica dell’assetto dell’area, vuole far posto alla famosa pista di 2400 metri dell’aeroporto Leonardo da Vinci.
Ma chi vuole questa pista? La pista è fortemente caldeggiata da Toscana Areoporti SpA, il cui consiglio di amministrazione è presieduto dall’amico fraterno del Premier, un certo Marco Carrai.
Scenari multipli si aprono a questo punto: il 51,13% delle azioni di Toscana Aeroporti SpA è detenuto da Corporacion America Italia SpA. Corporacion America Italia SpA risulta tra i finanziatori di Fondazione OPEN di 25 mila euro. Fondazione OPEN vede seduti nel direttivo Maria Elena Boschi, la madrina della riforma costituzionale (il minuscolo è obbligatorio), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti (nelle ore che Renzi diventava Sindaco di Firenze, la banca BCC di Pontassieve riconosceva un prestito di 697mila euro al padre di Matteo. Chi firma le carte del prestito: Marco Lotti padre di Luca) e infine il noto Marco Carrai. Fondazione OPEN, per chi non lo sapesse ha foraggiato la famosa kermesse della Leopolda.
Ovviamente in questa vicenda non poteva non comparire Enrico Rossi, ossia il granduca di Toscana travestito da Presidente della Giunta Regionale, da almeno un ventennio deus ex machina della Sanità Toscana e dunque l’uomo più informato di quanto avviene nel settore.
Ma dove Villa Ragionieri diventa motivo di interesse? La volontà politica del “duerre”, Renzi e Rossi, vedono infrangersi sempre nello stesso punto il sogno dell’aeroporto: le vasche di laminazione.
Improvvisamente le vasche di laminazione che dovrebbero sopportare tutta l’acqua proveniente dalla Caserma dei Carabinieri diventano la via crucis del progetto. Secondo la nuova configurazione della pista queste vasche finiscono nelle aree di sicurezza (cosiddetta zona A) e di conseguenza non possono essere realizzate.
Da qualche parte però devono essere realizzate, perché il sogno dell’aeroporto non può essere infranto ed una soluzione esiste.
Un terreno posto tra la caserma e l’attuale pista: ma chi è il proprietario del terreno? La risposta è scontata: UNIPOL
Ecco dunque che il complesso quadro che si disegna nella piana e dentro il quale 140 persone appaiono vittime sacrificabili sui più alti altari degli affari e dei poteri.
Sino al 2015 tutto appare calmo ma improvvisamente UNIPOL, proprietaria del terreno su cui sarebbero destinate le vasche di laminazione, presenta un progetto che prevede proprio le vasche e decide, responsabilmente (!), di rinunciare all’area per fini commerciali: un improvviso altruismo che non può passare inosservato.
Con questa scelta, Villa Ragionieri diventa un punto dirimente, bisogna fare in modo di ricompensare l’altruismo di UNIPOL.
Ricapitoliamo velocemente: UNIPOL ha un peso economico su Villa Ragionieri di 150 milioni di euro di cui si vuole liberare, il terreno utile al sogno renziano vale 150 milioni. Solo una coincidenza?
Perché le coincidenze accadano, devono essere aiutate poco importa se ne va della vita di 140 persone e delle loro famiglia.
Salta l’accordo tecnico tra la Regione e UNIPOL, la Regione dirama comunicati di acquisizione della struttura per fare “qualcosa”, di cui ancora non si sa e se verrà fatta: voci insistenti parlano di un nulla di fatto, 140 persone rischiano il posto di lavoro, anche se possiamo dire che ormai lo hanno definitivamente perso. La Regione non può agire in tutela degli stessi, con quali strumenti normativi?
I sindacati confederali in tutto questo? O sono incompetenti o sono in malafede e non saprei cosa scegliere.
Ai colleghi ed agli operatori tutti di Villa Ragionieri la mia personale solidarietà ed una promessa: non finisce qui.
Un ringraziamento particolare all’On, Massimo Artini, Alternativa Libera, Vice-Presidente Commissione Difesa, senza il quale il contenuto di questo articolo non sarebbe stato possibile.
Piero Caramello
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