Una missione congiunta tra l’Università di Bologna e quella americana di Yale ha permesso di portare alla luce il caso più antico finora sconosciuto di scorbuto (malattia che deriva dalla carenza di vitamina C) presso il villaggio di Nag El Qarmila, poco distante da Assuan sono stati rinvenuti i resti ossei di un bambino di un anno vissuto tra il 3800 e il 3600 A.C.
Sulle ossa del bambino (mascella, mandibola, omeri, radio e femori) i bioarcheologi hanno trovato porosità riconducibili allo scorbuto, patologia che riguarda anche gli adulti dato che il piccolo veniva quasi sicuramente allattato.
Rimane aperto l’interrogativo sui motivi di questa carenza, è comunque dimostrata l’antichità di una patologia che ha mietuto parecchie vittime tra i marinai fino al XVIII secolo quando il medico scozzese James Lind scoprì che gli agrumi ne prevenivano l’insorgere.
Lo scorbuto fu citato già nelle cronache egizie a partire dal 1500 a.C. e, nonostante la citazione di Ippocrate riconducibile alle sue opere del quinto secolo, la patologia non suscitò alcuna attenzione particolare da parte del pubblico. Per giungere alle prime considerazioni mediche (s’intenda, prive di basi diagnostiche e con approcci terapeutici casuali) si dovettero attendere i viaggi degli esploratori europei dal 1500 al 1800. La celebre circumnavigazione del globo che vede Ferdinando Magellano (1520) protagonista si concluse con più dell’80% dell’equipaggio morto a causa della presunta malattia. Nel corso dei viaggi documentati nei diari di bordo furono adottate le procedure impartite dagli americani agli equipaggi, che prevedevano somministrazione di tè al cedro, ricco per l’appunto di vitamina C. Fu nel 1747 che il medico scozzese della marina da guerra britannica James Lind condusse il primo studio clinico accurato riportato sino ad oggi. A bordo della HMS Salisbury, documentò scrupolosamente i sintomi dei marinai affetti dallo scorbuto, i quali includevano perdita di denti, emorragie e gengive sanguinanti.
Lind selezionò 12 uomini malati e li divise in sei coppie, prescrivendo una cura di base comune a tutti gli individui e in aggiunta un alimento integrato nella dieta differente per ciascuna coppia. Ad alcuni diede del sidro, ad altri acqua di mare, misture di aglio, sedano o ancora del rafano. Un’altra coppia ricevette cucchiai di aceto e un’ultima due arance e un limone. Quei due uomini che si nutrirono di agrumi guarirono e tornarono in sesto. Nonostante questa non costituisse la scoperta epocale – i benefici del lime e del limone erano già noti da secoli – Lind dichiarò definitivamente la supremazia degli agrumi nell’elenco di possibili rimedi al disturbo, pubblicando l’esperienza nel lavoro intitolato Treatise on the Scurvy (Trattato sullo scorbuto). Ciononostante, nella marina britannica non vennero presi provvedimento per i successivi 40 anni, dovendo attendere il 1932, anno in cui lo scienziato ungherese Albert Szent-Györgyi dell’Università di Pittsburgh e i ricercatori W.A. Waugh e C.G. King isolarono e sintetizzarono l’acido ascorbico (alias vitamina C).
La vitamina C è essenziale per la formazione del collagene e aiuta a mantenere l’integrità del tessuto connettivo, del tessuto osseo, della dentina dei denti; è indispensabile per la guarigione delle ferite e facilita quella delle ustioni; facilita l’assorbimento del ferro. Considerando nel particolare il ruolo di mantenimento della molecola di collagene, la vitamina C (detta anche acido ascorbico) è necessaria per l’idrossilazione della prolina e della lisina che costituiscono la struttura a tripla elica.
La carenza nei bambini è dovuta a mancanza di supplementi di vitamina C.
Negli adulti è generalmente dovuta ad avversione per alcuni alimenti o a diete inappropriate. La gravidanza, l’allattamento, l’ipertiroidismo, le malattie infiammatorie acute e croniche, le operazioni chirurgiche, il sesso sono tutte condizioni che aumentano le richieste di vitamina C.
Lo scorbuto infantile compare abitualmente tra il 6º e il 12º mese di vita: il bambino è irritabile, non ha appetito e non aumenta di peso, le estremità delle ossa lunghe (per esempio, femore) si rigonfiano, e le gengive sanguinano facilmente, spesso sono presenti febbre, anemia e aumento della frequenza cardiaca. Negli adulti lo scorbuto rimane latente per 3-12 mesi dopo il verificarsi della carenza di vitamina C, e si manifesta con emorragie gengivali e sottoungueali, apatia, irritabilità, perdita di peso, dolori muscolari e articolari: le vecchie ferite cedono e le nuove stentano a guarire.
Mina Cucinotta
Lascia un commento