Non solo il blocco alla sperimentazione deciso dalla Corte dei Conti. Chi ha testato su se stesso il siero italiano non avrà neanche accesso alla Certificazione verde Covid-19.
«Ho fatto il vaccino e sono anche stato malissimo, con importanti effetti collaterali: braccio gonfio, febbre alta, malessere per una settimana. Ora ho un numero di anticorpi molto alto. Mi sembra incredibile che, a fronte di questi sacrifici, non venga concesso il Green Pass. Io ho un bambino piccolo e non andrò all’estero. Però ci sono molti volontari che per andare all’estero dovranno fare il tampone, come se non avessero il vaccino. Dopo la mia interrogazione, sulla mia pagina Facebook hanno scritto diverse persone da tutta Italia che sono nella mia stessa situazione. Bisogna fare qualcosa». Così Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia e deputato della Lega, interviststo da Sanità Informazione.
Nei giorni scorsi Tiramani ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute, Roberto Speranza, sul tema del vaccino anti-Covid italiano ReiThera, la cui sperimentazione è ferma alla fase 2 perché la Corte dei Conti non ha registrato il decreto della struttura commissariale per la produzione del vaccino. Ma per i 900 volontari che in tutta Italia hanno creduto nel progetto, mettendosi a disposizione dei ricercatori per i test, la beffa è doppia, perché ora si vedono chiudere in faccia le porte della Certificazione verde Covid-19.
Non potranno infatti beneficiare del cosiddetto Green Pass, che in Italia, a partire dal 1° luglio, può essere utilizzato, tra l’altro, per partecipare a cerimonie, eventi pubblici e per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture. Circa metà di quasti volontari non hanno sviluppato gli anticorpi, ed è stato somministrato loro un placebo. Solo il test sierologico può aiutare a capire chi ha ricevuto ReiThera e chi no.
Redazione Nurse Times
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