Si può ancora fare tanto per diffondere una maggiore cultura vaccinale tra i cittadini.
L’opinione pubblica si è modificata, col tempo, nei confronti delle vaccinazioni, uno degli interventi più potenti ed efficaci per la salute e il benessere umano, nonché strumento di protezione contro malattie gravi e talvolta mortali. Ogni minuto i vaccini salvano cinque vite e prevengono 2,5 milioni di morti infantili.
I vaccini hanno salvato milioni di vite, sconfiggendo vere e proprie piaghe sociali come la poliomielite o la difterite, e sono riuscite a eradicare il vaiolo. Sono uno strumento di prevenzione utile non soltanto per il singolo ma per l’intera collettività. Infatti offrono una protezione anche a coloro che non sono stati direttamente trattati attraverso l’immunità di gregge, e in questo sta il valore etico delle vaccinazioni, che trova ampio riferimento nella Costituzione Italiana.
Negli ultimi anni si è registrato un calo della copertura vaccinale, scesa sotto la soglia di sicurezza del 95 percento stabilita dall’OMS. Questa condizione ha determinato gravi conseguenze sulla salute pubblica, come dimostrato dall’epidemia di morbillo verificatasi nel 2017 (ben 4.794 casi e 4 decessi da gennaio a novembre, a fronte dei 150 registrati nel 2015). Fra le varie cause figurano la disinformazione e l’azione dei movimenti antivaccinali, che inducono atteggiamenti di esitazione vaccinale. Infatti tutti i genitori contrari alle vaccinazioni sono entrati in contatto con persone che non vaccinano i propri figli e hanno esperienza diretta o indiretta di bambini che sono stati danneggiati dal vaccino. Si possono così tracciare tre profili di genitori:
– Vaccinatori: persone favorevoli alle vaccinazioni, che aderiscono pienamente all’offerta vaccinale.
– Esitanti: genitori che nutrono dei dubbi in merito alla pratica vaccinale, che non vaccinano, dilazionano o ritardano i vaccini per paura.
– Non vaccinatori: oppositori ideologici alla pratica vaccinale.
Il ruolo dell’infermiere in questo problema attualissimo trova radici in alcuni riferimenti legislativi fondamentali, come la Costituzione italiana, il profilo professionale e il codice deontologico. Il counseling, invece, è la relazione d’aiuto di cui l’infermiere è garante. Si concretizzano in questo strumento la prevenzione e la promozione della salute con lo scopo di attivare risorse della persona, al fine di orientare le sue scelte di salute.
L’informazione sanitaria non può ignorare la potenza di internet come mezzo innovativo di educazione. Gli infermieri, per poter raggiungere un pubblico vasto, devono tenere conto della potenza di questo canale di comunicazione per offrire al cittadino la giusta informazione e renderla accessibile a tutti. La proposta sarebbe quella di creare una piattaforma online, una chat per esempio, che attraverso la gestione di professionisti sanitari preparati e formati sia in grado di comunicare in tempo reale e rispondere ai dubbi dei genitori.
Altre strategie per arginare l’esitazione vaccinale potrebbero essere offerte dal Sistema sanitario nazionale e dai professionisti sanitari, con lo scopo di sviluppare nel cittadino una maggiore cultura vaccinale. Ciò al fine di consentire al cittadino stesso una maggiore adesione, libera e consapevole, attraverso il miglioramento dell’offerta sanitaria e dell’accesso ai servizi, l’utilizzo di piattaforme comunicative aggiornate, la reperibilità degli studi, la distribuzione del materiale informativo.
Non bisogna mai, però, tralasciare l’aspetto relazionale specifico della professione infermieristica. Tra gli obiettori vi sono persone che non sanno abbastanza, non conoscono la storia e cosa i vaccini hanno fatto per la comunità. Ecco che occorre quindi puntare sull’informazione non solo ai cittadini, ma anche al professionista sanitario, che deve a sua volta fornire le giuste nozioni al pubblico.
Anna Arnone
Sitografia
https://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/aggiornamenti.asp
https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/homeVaccinazioni.jsp
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