Tutto il mondo è stato testimone di un’ennesima strage che ha visto morire 50 persone riunite in un locale di Orlando in Florida.
Molte storie terribili e molte testimonianze agghiaccianti sono state rese note dai sopravvissuti al massacro avvenuto al Pulse, locale diventato tristemente famoso la scorsa settimana.
Joshua McGill, un giovane studente di infermieristica era presente nel locale gay quando Omar Mateen fece il suo ingresso nella notte tra l’11 ed il 12 giugno armato di fucile automatico AR-15, una delle armi più vendute negli Stati Uniti.
“Rideva mentre sparava”: questo è quanto è emerso dalle testimonianze. Il suo gesto è costato la vita a 50 persone ed altrettante sono ricoverate in ospedale dopo il folle gesto del giovane.
Ma torniamo al gesto compiuto dal giovane studente di infermieristica: il ragazzo è riuscito a fuggire nel parcheggio del locale non appena udite le prime raffiche di colpi nascondendosi sotto ad un Suv.
Poco dopo ha sentito qualcuno lamentarsi: era Rodney, un cubista gravemente ferito durante la sparatoria che giaceva a terra. Lo studente ha rapidamente raggiunto il ballerino trascinandolo sotto il veicolo e tamponando prontamente l’emorragia provocata dalla ferita da arma da fuoco legandogli in vita la propria camicia strappata.
Non appena possibile il giovane studente di infermieristica si è fatto notare da un agente di polizia riuscendo a far trasportare Rodney in ospedale dove si trova ancora ricoverato a causa delle gravi lesioni, ma attualmente fuori pericolo di vita.
Ecco un altro esempio di come nonostante tutto, abbia vinto l’amore sull’odio. Sono queste storie che devono rendere ogni infermiere fiero del lavoro svolto quotidianamente in situazioni come questa e dare un briciolo di speranza nel genere umano.
Simone Gussoni
Fonti: Cbsnews.com
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