Corsi di laurea all’avanguardia, contagio delle idee e multidisclinarietà sono la chiave per affrontare le sfide del futuro e mantenere lo studente al centro del sistema UPO.
“Uno dei rischi che si corre in questa stagione è quello di restare prigionieri del presente, di essere condannati a un oggi senza passato e senza orizzonti, con indifferenza alla storia, alle esperienze, agli insegnamenti e ai suggerimenti del passato, e con indifferenza alle prospettive future, a quello che avverrà, non dopo di noi, ma al di là delle ore e dei giorni che si vivono. Il rischio di essere catturati da un presente immutabile, senza passato né futuro, è quello che la cultura esorcizza e sconfigge. E questo è il punto importante che è a dato al nostro sistema di istruzione. Le università sono il luogo principe per irrobustire la cultura del nostro Paese, per evitare che si perda il senso del passato e si abbandoni la prospettiva del futuro, la consapevolezza e la responsabilità di costruirlo”.
Con queste parole del presidente Sergio Mattarella, il Magnifico Rettore, Gian Carlo Avanzi, ha esordito durante l’inaugurazione del XXI anno accademico dell’Università del Piemonte Orientale (UPO). Un esordio in tutti i sensi per lui, che ha proseguito il discorso inaugurale tracciando le basi strategiche del prossimo sessennio: “Ho ricevuto in eredità un Ateneo ottimamente posizionato nel panorama nazionale, con una reputazione e una visibilità molto forti, in grande crescita, sia nella didattica sia nella ricerca. Pur partendo da un eccellente punto d’inizio, ho ritenuto necessario pensare a un’idea di ateneo che sia, in un concetto, più aderente alla realtà del mondo che cambia”. Un’ispirazione basata sulla “risoluta volontà di riorganizzare i nostri attuali modelli d’insegnamento, di apprendimento e di ricerca, con il superamento di confini monodisciplinari, e la creazione di nuove configurazioni di studio e di ricerca che, con rigore metodologico, porteranno allo sviluppo di una metadisciplina che si ponga su un nuovo livello ontologico”.
Avanzi ha quindi concluso: “L’università così delineata non è modellata sui professori o sulla società. Lo studente deve rimanere il sole, la stella madre dell’Ateneo, cui dedicare l’intero sistema-università, profilando il suo processo di crescita a livello personale, sociale e professionale. Ciò significa non solo attrezzare l’Ateneo con i migliori servizi, ma garantire allo studente un ambiente intraprendente, contemporaneo, aperto, inclusivo, interdisciplinare, profondamente innovativo nella didattica e nella ricerca, in grado di creare sbocchi lavorativi con indirizzi specifici e professionalizzanti”.
È toccato poi al direttore generale Andrea Turolla dipingere lo stato di salute dell’UPO dal punto di vista delle risorse e delle performance. L’Università del Piemonte Orientale può dirsi virtuosa, con degli indicatori che la pongono al di sopra della media nazionale secondo diversi parametri e nonostante i vincoli su reclutamenti e turnover imposti dalle leggi.
L’intervento della rappresentante degli studenti Martina Gasdi è stato un’esortazione alle istituzioni a fare di più per rendere l’Italia un “Paese per giovani” e per non perdere ogni anno il capitale di laureati che “fugge” all’estero.
La prolusione quest’anno è stata affidata a uno studioso di chiara fama internazionale: Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford. La sua lezione, intitolata Il capitale semantico: la sua natura, il suo valore e il suo arricchimento, partendo proprio dalla definizione di capitale semantico – qualunque contenuto che permetta di dare un significato e un senso a qualcosa – ne ha spiegato soprattutto il valore, insistendo sulla necessità di proteggerlo e preservarlo. Il modo migliore per prendersene cura e trasmetterlo è “l’istruzione: leggere, scrivere, creare, curare, disegnare, comprendere, utilizzare e comunicare l’informazione”.
La seconda parte della cerimonia è stata riservata alla premiazione dei migliori laureati triennali e magistrali dell’Università del Piemonte Orientale. Per il corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche il premio è andato alla dottoressa Giulia Debernardi, che ha condotto la tesi dal titolo Studio quali-quantitativo circa l’efficacia formativa della peer education nella formazione dello studente di Infermieristica. Per finire, il professor Andrea Bobbio, già ordinario di Informatica presso il DISIT di Alessandria, è stato insignito del titolo di professore onorario.
Daiana Campani
Lascia un commento