Riceviamo e pubblichiamo una nota di Ruta Federico, Infermiere, docente a contratto presso l’Università degli studi di Foggia
Proprio “come una barca in balia della tempesta” sembrano apparire le attività di tirocinio clinico/pratico del corso di laurea in infermieristica dell’Università degli studi di FOGGIA polo formativo di Barletta!
Peccato però che su questa barca ci siano gli studenti, ovvero i futuri infermieri!
Nel corso della mia attività lavorativa, mai come in questo periodo, si ravvisa negli studenti un senso di smarrimento…probabilmente causato da innumerevoli motivazioni legate alla mancata pianificazione di obiettivi formativi?
Forse alla mancanza di una preparazione teorico-professionale propedeutica e strategica per poter poi affrontare con dignità e responsabilità il tirocinio clinico nelle unità operative?
Forse la mancata individuazione di tutor clinici che seguano con la dovuta attenzione gli studenti in questo complesso percorso formativo?
Tutti interrogativi che probabilmente dovranno essere chiariti da chi ha responsabilità nel processo formativo…
Raccogliendo le loro perplessità, gli studenti manifestano criticità nello svolgimento delle attività di tirocinio, in quanto assegnati nei servizi che non prevedono la presenza continua della “persona ricoverata” venendo meno l’attività assistenziale diretta alla persona, ritrovandosi di fronte a richieste assurde (tutor?), come l’esecuzione di pulizia di apparecchiature elettromedicali o trasporto di cartelle cliniche in archivio, ecc.
Gli studenti lamentano l’assenza imperterrita di un interlocutore diretto a cui manifestare le varie situazioni di disagio!
Facciamo il punto della situazione. In cosa consiste l’ attività di tirocinio?
Gli studenti fino a poco tempo fa rappresentavano per l’Asl Bat una risorsa umana, le unità operative potevano contare sulla loro assidua presenza e soprattutto sulla motivazione tipica di chi con entusiasmo intraprende un percorso formativo – lavorativo.
La situazione attuale vede la mancata individuazione dei tutor/clinici, pertanto si continua a far leva per “abitudine” sul buon senso di alcuni infermieri di reparto che casualmente incrociando uno studente tirocinante, e per loro coscienza, decidono di affiancarlo per insegnargli le tecniche infermieristiche…
L’attività di tutoraggio è ancora affidata al coordinatore infermieristico, il quale essendo impegnato su vari fronti, non riesce, suo malgrado, a sottrarre tempo ai suoi impegni per dedicarsi allo studente…questo comporta dei limiti, con il coordinatore che diventa un “accertatore” di avvenuta presenza in reparto…esprimendo un giudizio finale affidandosi alle valutazioni di diversi infermieri, talvolta non sempre rispondenti a criteri valutativi condivisi, ma del tutto personali, vista anche la loro mancata presa in carico dello studente!
Riprendendo una famosa citazione di Seneca “È durante la tempesta che conosciamo il navigatore”…potrebbe capitare di vedere qualche studente che pur venendo meno al tirocinio, risultasse invece presente?
Se così fosse, sarebbe un atteggiamento assolutamente non accettabile e poco edificante, che non premia invece chi assume con senso di responsabilità e correttezza l’impegno di formarsi seguendo la propria mission di studente…inconsapevoli del danno che potrebbe seguire la propria formazione professionale!!
E’ vero che ognuno di noi è artefice del proprio destino…ma come tutto questo potrebbe essere evitato?
La risposta la lascio a voi, ma consentitemi una riflessione conclusiva, siamo infermieri, coordinatori, dirigenti ma quando ci assumiamo delle responsabilità ricordiamoci di portale avanti con dignità e senso del dovere. Gli studenti sono il nostro futuro e molto probabilmente saranno gli stessi che si prenderanno cura di noi, perciò io vorrei che a curarmi fosse un INFERMIERE!!!
Auspico che durante la tempesta la nave ritrovi la giusta rotta orientata dalla giusta guida.
Federico Ruta
Infermiere, docente a contratto Università degli studi di Foggia
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