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Umanizzazione di cure e assistenza: gli ospedali pugliesi migliorano. Ma la Bat…

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Umanizzazione di cure e assistenza: gli ospedali pugliesi migliorano. Ma la Bat…
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In un anno il voto complessivo, emerso dal rapporto Agenas e Aress, è passato da 5,8 a 6,9. La provincia di Barletta-Andria-Trani è l’unica sotto la sufficienza.

Sono il San Paolo (foto) e l’ospedale Santa Maria entrambi di Bari i migliori ospedali pugliesi per quanto riguarda l’umanizzazione delle cure e dell’assistenza. Lo dice il rapporto Agenas e Aress sulla “valutazione partecipata dell’umanizzazione nelle strutture di ricovero”, presentato ieri in Fiera del Levante dal direttore Giovanni Gorgoni.

In un anno il voto complessivo è passato da 5,8 a 6,9. I 59 ospedali pugliesi, 33 pubblici e 26 privati, sono cioè passati dalla mediocrità a una sufficienza piena per quanto riguarda umanizzazione delle cure e dell’assistenza. Ma a deludere sono i grandi ospedali. La ricognizione è stata eseguita da gruppi di valutazione composti anche da volontari, che hanno dovuto verificare la presenza negli ospedali di servizi, processi e logistiche, riuniti in 156 item funzionali a una corretta relazione umana con il paziente-cittadino.

L’analisi è complessa e prende in considerazione 4 grandi aree tematiche, che raggruppano circa 300 parametri diversi. Le aree tematiche sono: processi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona; accessibilità fisica, vivibilità e comfort degli ospedali; accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza; cura della relazione con il paziente e con il cittadino.

Tutti gli ospedali, pubblici e privati, sono stati esaminati e il voto finale generale è positivo rispetto a quello di un anno fa. La media, come detto, è di 6,9 su una scala da 1 a 10, rispetto al 5,8 del 2017. L’area tematica in cui gli ospedali pugliesi raggiungono il voto complessivo più alto è quella dell’accessibilità, vivibilità e comfort: 7,4 rispetto al 6,6 dell’anno scorso. A seguire, l’accesso alle informazioni (6,7), la cura della relazione con il paziente (6,7) e i processi assistenziali e organizzativi (6,6). Mediamente, quindi, si può dire che gli ospedali sono finalmente a dimensione di paziente.

A livello provinciale, il voto più alto lo ottengono gli ospedali di Bari e Taranto con 7,3. Seguono Lecce (6,8), Foggia (6,6), Brindisi (6,5) e Bat (unica insufficiente con 5,7). Nel confronto tra pubblico e privato, vince il secondo quasi ovunque tranne che a Taranto. Nella città ionica, infatti, le strutture pubbliche ottengono un giudizio di 7,6 e quelle private di 7,1. A Lecce, invece, il privato batte il pubblico (6,9 contro 6,7). Scarto ancora più ampio a Brindisi (voto 6 per i centri pubblici, 7,9 per i privati). A Bari si equivalgono quasi (7,3 il giudizio per il pubblico, 7,4 per il privato).

Gli ospedali che hanno ottenuto un giudizio superiore a 8, quindi di eccellenza, sono cinque: San Paolo di Bari (8,5), ospedale Santa Maria di Bari (8,5), Casa Sollievo della Sofferenza (8,2), San Camillo di Taranto (8,1), Di Venere di Bari (8). Bene anche l’ospedale di Martina Franca (7,8), i due centri di Galatina, San Francesco e Santa Caterina, (rispettivamente 7,7 e 7,6), il Città di Lecce (7,9), il Salus Brindisi (7,9) e l’ospedale della Murgia (7,8).

Paradossalmente, a deludere sono i grandi ospedali. Il “Fazzi” di Lecce raggiunge una sufficienza striminzita (6,2). Poco meglio il “Perrino” di Brindisi (6,4), mentre il Policlinico di Bari incassa un buon 7,3, ma è preceduto da ben 9 ospedali nella provincia barese. Il “Bonomo” di Andria e il “Dimiccoli” di Barletta sono addirittura giudicati insufficienti (rispettivamente 5,8 e 5,7). Gli Ospedali Riuniti di Foggia ottengono un 6,4. Solo il Santissima Annunziata riesce a ottenere un buon voto: 7,7.

A preoccupare, evidentemente, è il dato negativo riguardante gli ospedali della sesta provincia. L’allarme era stato lanciato tempo fa da Giuseppe Papagni, presidente dell’Opi Bat, anche attraverso un comunicato pubblicato sul nostro sito.

Riferendosi in particolare ai tagli e agli enormi disagi registrati nella sanità pugliese, Papagni aveva affermato: “Denunciamo ciò che stiamo vivendo. L’abbassamento dei livelli di assistenza è dovuto alla cattiva gestione del personale e alla mancata e scorretta programmazione del fabbisogno di personale. Nella Asl Bat, e in particolare al ‘Bonomo’ di Andria, si corre il rischio di accorpare reparti e ridurre i servizi che vengono erogati ai cittadini. Il problema non è solo quello dei disservizi della Asl Bat, ma anche della mancata assunzione di personale infermieristico sia dal concorso (i 34 infermieri vincitori aspettano di essere convocati per la firma del contratto) sia da avvisi pubblici, con bando scaduto l’anno scorso a cui non è ancora seguita la delibera della graduatoria da utilizzare per queste occasioni di estrema urgenza”. Ed ancora denunciando la mancata attivazione del servizio delle Professioni sanitarie, capace di armonizzare e rendere efficiente il processo di umanizzazione delle cure e dell’assistenza.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.borderline24.com

 

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