Un’importante novità è approdata all’Ulss 8 di Asolo. Non si tratta di una nuova tecnica chirurgica o di un’apparecchiatura all’avanguardia. Si tratta di una nuova procedura per l’assunzione degli Infermieri.
Considerate le costanti irregolarità riscontrate in molte recenti prove concorsuali, l’azienda veneta avrebbe deliberato l’assunzione del personale infermieristico necessario per colmare una situazione di emergenza tramite il sorteggio di alcuni nomi di candidati inseriti all’interno di un’urna.
Quasi 1000 infermieri hanno acquistato il “biglietto della lotteria” che sulla base di nessun merito potrà assegnare un lauto contratto a tempo determinato della durata di 1 mese.
L’azienda sanitaria veneta ha di fatto cercato di accontentare i molti partecipanti premiando più di un vincitore. Sarebbe stata di fatto stilata una graduatoria con l’ordine di estrazione dei 50 nomi dei fortunati che, un domani, potrebbero essere premiati con un contratto della durata di 1 mese.
L’organizzazione della prova è stata esemplare: i nomi e i cognomi di ogni candidato sono stati scritti a penna su centinaia di bigliettini realizzati grazie all’utilizzo di pezzi di carta piegati abilmente ben quattro volte. Il contenitore è stato posizionato sul tavolo dell’ufficio del personale davanti ad un drappello di dirigenti dell’azienda stessa facenti le funzioni di pubblico ufficiale. Un incaricato ha provveduto ad estrarre 50 bigliettini con i nomi dei vincitori del concorso.
Vale davvero la pena cercare un alloggio in affitto e trasferirsi lontano da casa per un solo mese di contratto? La decisione presa dai dirigenti ospedalieri rispetta perfettamente l’importanza attribuita al professionista Infermiere. Uno vale l’altro, tanto vale pescare a sorte. Di fatto per svolgere mansioni domestico alberghiere o ricevere “ordini” dai medici non serve una grande cultura ed una grande intelligenza.
Appare davvero difficile prospettare un utilizzo diverso del personale infermieristico assunto tramite questo sorteggio per un periodo davvero irrisorio.
Le voci di corridoio e le discussioni sui social networks sono diventate quasi assordanti. Molti candidati, nel tentativo di autoconvincersi ad aver preso la decisione migliore, affermano di aver ricevuto un’indiscrezione: il contratto sarà sicuramente rinnovato. La speranza è che il fantomatico rinnovo non avvenga con un ulteriore contratto della durata di 1 mese.
I 50 telegrammi di convocazione sono partiti in questi giorni, l’azienda si aspetta una ventina di adesioni.
Sembra davvero difficile immaginare come, un infermiere appartenente ad una regione lontana dal Veneto possa reagire. Dubito che chiunque possa lontanamente considerare un’offerta simile nonostante la terribile crisi occupazionale che affligge la categoria degli infermieri.
Non è da escludere che prove selettive simili si ripetano altrove. Considerato che i costi necessari per allestire un imbarazzante carrozzone finalizzato ad organizzare una fantomatica prova scritta regolare hanno costi maggiori se paragonati a quelli relativi ad una simil-pesca di beneficenza. Considerate le costanti gravi irregolarità che hanno causato momenti di tensione sfociati in violenza perché non rendere tutte le prove selettive delle vere lotterie? Ci sarebbe sicuramente un maggior margine di guadagno…
Desta più perplessità la durata del contratto offerto in premio: come può un infermiere neoassunto essere utile all’interno di un’unità operativa nella quale saranno necessari almeno 15 giorni per abituarsi ai ritmi e alle abitudini di reparto?
Un contratto simile potrà mai valorizzare le capacità di un professionista o costituisce solo un escamotage per colmare una carenza quantitativa di personale a discapito della qualità dell’assistenza?
Questa soluzione però non piace affatto alla Cgil. Ivan Bernini, segretario del settore Funzione pubblica, senza mezzi termini parla di “procedura che non sta nè in cielo né in terra, non normata. Mai vista, è la prima volta che ne sento parlare”.
L’emergenza era stata segnalata sei mesi fa, all’inizio del periodo estivo.
Il direttore sanitario Maurizio Sforzi giustifica la singolarità della propria scelta con due necessità: “Garantire lo standard di assistenza all’utenza e dare sollievo al personale, gravato dalle momentanee carenze in pianta organica”.
Simone Gussoni
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