Paolo Bassignani, la moglie Maria Adele Barbieri e la figlia Elisa si sono recati in vacanza dal 6 al 13 aprile scorso. Per una banale visita medica durata 15 minuti hanno dovuto pagare oltre 3.700 dollari
Quanto accaduto è stata portata alla luce dal senatore Lucio Barani che ha presentato una interrogazione al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e al titolare del dicastero della Salute.
Come descritto da Barani:
“mercoledì 9 Aprile, giorno feriale, la signora avvertiva un malessere fisico dovuto ad un forte mal di gola e ad una rinite che le provocava qualche difficoltà respiratoria; misurata la temperatura corporea con un termometro per uso medico questa risultava essere superiore ai 39° il che induceva i turisti italiani , verso le ore 15 locali, a contattare la reception dell’Hotel Four Points by Sheraton dove alloggiavano al fine di richiedere una visita medica in camera”.
Per il momento nulla di strano per ora.
Ma il racconto della vicenda prosegue:
“ai coniugi venivano richiesti gli estremi di una carta di credito in corso di validità a loro intestata, dopo aver fornito telefonicamente quanto richiesto, ai turisti italiani veniva data conferma della visita medica domiciliare che avrebbe avuto luogo entro le ore 19; conclusa la telefonata, verificando on – line la movimentazione della carta di credito i cui estremi erano stati forniti al fine di prenotare la visita medica domiciliare, i coniugi italiani constatavano un addebito pari ad euro 2.200.
Alle ore 18 circa il medico giungeva nella camera d’hotel occupata dai turisti italiani effettuando una rapida visita, durata circa 15 minuti, alla signora Barbieri, alla quale prescriveva tre compresse di antibiotico ed alcuni farmaci da banco per poi rilasciare una parcella di 3.700 dollari, circa 2.730 euro”.
Nell’interrogazione si legge poi che:
“i turisti italiani avevano stipulato regolare polizza assicurativa per un ammontare massimo e complessivo per tutti e tre pari ad euro 1.200 in caso di necessità di visita medica. L’esosità della parcella medica ha però fatto in modo che la polizza non coprisse la parcella rilasciata dal professionista statunitense, risultata pertanto totalmente a carico dei richiedenti la prestazione medica”.
“Il medico statunitense nel corso della visita domiciliare – continua il Senatore – nulla ha fatto se non prescrivere i farmaci di cui la turista italiana necessitava per contrastare lo stato influenzale da cui era affetta; per il rilascio dei farmaci in questione era indispensabile la ricetta medica di un professionista del settore, circostanza che non lasciava alternativa alcuna se non quella di contattare un medico.
Alla luce di quanto esposto appare oggettivamente spropositata la parcella del medico che per una visita domiciliare durata circa 15 minuti, nel corso della quale ha semplicemente constatato uno stato influenzale da trattare con i farmaci prescritti, ha ottenuto un corrispettivo di 3.700 dollari.
Pertanto si chiede di sapere:
- quali interventi i Ministri in indirizzo intendano prendere per tutelare i cittadini italiani che a vario titolo si trovino in USA quindi potenzialmente esposti a episodi esagerati ed eclatanti riconducibili ai fatti descritti che appaiono come delle vere e proprie truffe legalizzate.
- se intendano verificare la possibilità di permettere l’accesso alle urgenze mediche per i turisti italiani sul suolo statunitense senza la necessità di dover procedere esclusivamente attraverso la carta di credito, circostanza che li espone al saccheggio da parte di avidi predatori di opera sanitaria poco inclini al rispetto del c.d. Giuramento d’Ippocrate;
- se non ritengano opportuno stipulare una sorta di accordo di reciprocità riguardante la materia sanitaria tra lo Stato italiano e gli USA a tutela di turisti e avventurieri che necessitino di interventi sanitari a qualsiasi livello”.
Simone Gussoni
Fonte: Il Giornale
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