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Tumori: sempre più ambiti di applicazione per l’elettrochemioterapia

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Tumori: sempre più ambiti di applicazione per l'elettrochemioterapia
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Rilanciamo un approfondimento sul tema a cura di Ok Salute e Benessere.

Lo scorso marzo, a Bari, un paziente di 64 anni con un raro tumore all’esofago considerato inoperabile è stato trattato con successo grazie a una tecnica messa a punto alla fine degli anni Novanta, l’elettrochemioterapia. «Tale procedura – spiega Gian Piero Di Marco, primario del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila – nasce dall’esigenza di evitare la tossicità dei farmaci utilizzati nelle terapie oncologiche, i danni transitori o permanenti da radioterapia e le cicatrici prodotte dalla chirurgia sulla cute dei pazienti».

La pelle è proprio la prima linea di confine poiché, guardandosi allo specchio, il paziente oncologico può constatare la presenza di cicatrici, macchie, eritemi. Senza contare le metastasi, le recidive della malattia con ulcere e ferite a livello cutaneo. Ne scaturisce un grande disagio sociale, perché ciò intacca considerevolmente la propria immagine corporea. Questo vale soprattutto per le donne. Con relativi problemi dal punto di vista psicologico e relazionale. Molte pazienti vengono lasciate dal partner proprio durante o dopo la malattia.

L’elettochemioterapia (ECT) ha come obiettivo quello di combattere efficacemente i tumori maligni e le metastasi (cellule maligne che si staccano dal tumore originario e si diffondono in altra sede dove possono riprodursi  e generare nuovi tumori) che originano dai tumori della pelle, della mammella, della testa e del collo e, talora, non rispondono o non possono essere curate con terapie convenzionali, come chirurgia, radioterapia, chemioterapia sistemica.

«L’ECT è un trattamento loco-regionale innovativo per la cura dei tumori sia cutanei che viscerali, e nella maggior parte dei casi viene effettuata in day hospital – continua l’otorinolaringoiatra, che, in collaborazione con Enzo Iacomino ha preso in cura sette pazienti affetti da tumori cutanei del distretto cervico-facciale non suscettibili di altri trattamenti, ottenendo in tutti i casi una regressione della neoplasia fino a completa guarigione dei tessuti –. La metodica combina una bassa dose di un farmaco chemioterapico con impulsi elettrici applicati direttamente sul tessuto tumorale per mezzo di un elettrodo. Gli impulsi elettrici determinano l’apertura di pori nella membrana delle cellule tumorali che agevolano l’entrata dei farmaci».

Il fenomeno, definito elettroporazione, permette ai principi attivi di svolgere la loro azione mirata all’interno della cellula altrimenti non permeabile dagli stessi farmaci. Rispetto ad altre terapie antitumorali, l’elettrochemioterapia non danneggia il tessuto circostante il tumore. Molte le patologie tumorali che possono essere trattate con l’ECT, in particolare il melanoma metastatico, le metastasi e le recidive del tumore del seno oltre ai tumori della testa e del collo.

«In letteratura è disponibile un’ampia casistica testimoniante il favorevole rapporto rischio-beneficio – prosegue Di Marco –. In clinica non sono stati evidenziati effetti collaterali importanti, se non il lieve dolore indotto dall’elettroporazione, che è comunque transitorio».

L’ECT si sta dimostrando particolarmente efficace anche nel trattamento delle metastasi prodotte dai tumori ossei (sarà il medico a selezionare i casi da sottoporre a trattamento quando le lesioni sono multiple, o quando non rispondono ad altre procedure mediche) e nelle manifestazioni patologiche sulla pelle delle pazienti con tumore alla mammella, rappresentando un grande aiuto per chi, dopo l’intervento chirurgico, si trova a dover affrontare ulteriori cure oncologiche.

Uno studio internazionale ha esaminato i dati raccolti e pubblicati sull’European Journal of Cancer, relativi a 125 pazienti con metastasi cutanee da tumore mammario sottoposte a elettrochemioterapia. I risultati hanno evidenziato una scomparsa delle lesioni nel 68% dei casi e nell’80% se queste vengono trattate precocemente e se sono inferiori a tre centimetri.

Ecco i vantaggi di questo trattamento:

  • Possibilità di eseguire il trattamento spesso in anestesia locale 
  • Palliazione efficace nel caso di metastasi cutanee sintomatiche
  • Capacità di lenire lesioni primitive dolorose e/o sanguinanti
  • Efficacia nel preservare l’estetica del paziente e le sue interazioni sociali
  • Efficacia nel preservare la funzionalità di un organo
  • Dosi ridotte di farmaco somministrate al paziente
  • Breve durata della sessione di trattamento e ridotta ospedalizzazione

Redazione Nurse Times

Fonte: Ok Salute e Benessere

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