Le fiale ancora piene finivano nella spazzatura. Numerosi i reati contestati alla donna
Il pubblico ministero ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’assistente sanitaria dell’Ausl di Treviso accusata di vaccinare per finta i bambini, mentre invece prendeva le fiale ancora piene e le gettava nella spazzatura, senza fare alcuna iniezione ai piccoli pazienti (oltre 7mila tra Veneto e Friuli, dove la donna ha lavorato). I primi sospetti erano venuti ai colleghi: durante le sue ore di lavoro nessuno di coloro che entrava nella sala affidata all’operatrice in questione versava una lacrima. Né un pianto, né uno strillo, mai. Una stranezza, trattandosi di bimbi.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, ha fissato la data dell’udienza preliminare al prossimo novembre. Ora toccherà al Gup stabilire se il fascicolo debba essere archiviato oppure si debba procedere con il processo. Peculato, omissione di atti d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale. Questi i reati contestati. Peculato perché gettava via le fiale di vaccino senza averle utilizzate per la lo finalità. Omissione di atti d’ufficio perché, in qualità di addetta alle vaccinazione, il suo compito era compiere le vaccinazioni. Falso ideologico perché attestava falsamente di aver effettuato regolarmente le vaccinazioni.
Redazione Nurse Times
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