Tredici lavoratrici e lavoratori con disabilità, alcuni dei quali con malattie rare, sono stati licenziati in blocco dalla stessa cooperativa sociale. L’ente, tralatro, avrebbe dovuto tutelare il loro inserimento lavorativo. Si tratta di un licenziamento fortemente discriminatorio perché basato proprio sulla disabilità dei lavoratori. “Il licenziamento è stato impugnato davanti al Tribunale di Roma, sezione lavoro, e ora la situazione deve essere denunciata pubblicamente” ha spiegato l’avvocatessa Valentina Lemma.
Tra i licenziati c’è il caso di Arianna, che ha la fibrosi cistica dalla nascita, raccontano Valentina Lemma e Ilaria Vacca su osservatoriomalattierare.it. “Sono nata con la fibrosi cistica, – ha spiegato Arianna, – ho aspettato per una vita il trapianto di polmoni e la chiamata è finalmente arrivata il 9 dicembre 2019. Speravo di risvegliarmi con una vita migliore, invece quando mi sono risvegliata dal coma farmacologico, la sera dell’11 dicembre, ho scoperto che la mattina stessa avevo ricevuto una lettera di licenziamento dalla cooperativa“.
“Ad agosto avevo già parlato con loro della possibilità di una mia assenza per trapianto – prosegue Arianna, che si è sottoposta al delicato intervento presso il centro trapianti di Milano – e mi avevano rassicurato che non mi avrebbero mai licenziato per questo. Invece non solo hanno licenziato me, hanno licenziato tutti. Quando fai un trapianto del genere ti dicono che mediamente puoi avere 5 anni di vita. Pensavo di poter vivere questi 5 anni con un po’ di serenità, invece ne ho già passati due vivendo un incubo, in cui mi è stata fatta pesare tutta la mia disabilità“.
L’avvocatessa Barbara Di Nicola, legale dei 13 lavoratori fragili licenziati ha commentato: “erano soci lavoratori della Cooperativa Acapo – – una Cooperativa Sociale di tipo B il cui scopo sociale, sostanzialmente, è quello di promuovere l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate, favorendone l’inserimento sociale. A seguito di una procedura di licenziamento collettivo, i miei assistiti sono stati licenziati e, conseguentemente, esclusi dalla compagine sociale. Tale situazione ha determinato e sta determinando un gravissimo pregiudizio, economico e non, per questi ragazzi con disabilità, privati del loro posto di lavoro ed esclusi, in tal modo, dal ciclo produttivo e sociale”.
“Il licenziamento è stato tempestivamente impugnato – conclude l’avv. Di Nicola – attualmente, il relativo procedimento contenzioso è pendente avanti alla Sezione Lavoro del Tribunale Civile di Roma, adita dai lavoratori per richiedere la reintegra del posto di lavoro con conseguente condanna della datrice di lavoro al risarcimento dei danni. La prossima udienza è stata rinviata al giorno 20 Gennaio 2022 e questi ragazzi, i lavoratori fragili (come vengono definiti per sottolinearne le difficoltà), dovranno attendere ancora molto tempo per avere un verdetto e, nel frattempo, si trovano senza reddito e letteralmente tagliati fuori dai rapporti lavorativi relazionali, privati di quei diritti che la legge voleva salvaguardare proprio in virtù delle fragilità fisiche e/o cognitive che la Società ha l’obbligo, morale ancor prima che giuridico, di tutelare“.
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