Il 44enne, originario di Fiamignano (Rieti), viveva e lavorava a Roma. E’ morto nel tentativo di aiutare le persone coinvolte in un maxi-tamponamento sulla A12 Roma-Civitavecchia, all’altezza dello svincolo Cerveteri-Ladispoli.
Tragedia sull’autostrada A12 Roma-Civitavecchia, all’altezza dello svincolo Cerveteri-Ladispoli, dove sabato sera ha perso la vita Alex Tursi, infermiere 44enne travolto da un’auto mentre cercava di prestare soccorso alle vittime di un maxi-tamponamento. Passava di lì con la sua Fiat Panda e, visto l’incidente, in cui erano rimaste coinvolte ben sei vetture, si è accostato sulla corsia di emergenza e ha cercato di prendere il giubbotto catarifrangente per poi aiutare due anziani in difficoltà.
Proprio in quel momento, però, è sopraggiunta una Fiat Croma, che lo ha investito, trascinandolo sull’asfalto per diversi metri. Ne è nata una nuova carambola, con altre tre vetture coinvolte. Due persone sono rimaste ferite in modo grave e sono state trasportate in ospedale dal personale sanitario del 118.
Tantissimi i messaggi di cordoglio per la morte dell’infermiere, che viveva a Roma, dove lavorava all’Istituto Casal Polacco, ma era originario di Fiamignano (Rieti). Amici e conoscenti lo ricordano sui social come un’anima buona, e ha dimostrato di esserlo anche sabato sera, su quel maledetto tratto di autostrada. “Profondamente colpito dalla morte di Alex Tursi – ha scritto Alessio D’Amato, assessore regionale alla Salute -. Che la terra ti sia lieve”. Alla famiglia di Alex va anche la vicinanza della redazione di Nurse Times.
Redazione Nurse Times
Rimani aggiornato con Nurse Times, seguici su:
Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
Instagram https://www.instagram.com/nursetimes.it/
- Radiata da 10 anni, somministrava farmaci abusivamente a 800 euro a seduta: denunciata finta infermiera
- L’approccio essiccante per la guarigione delle ferite superficiali nel confronto con il trattamento in ambiente umido
- Assistente infermiere: quanto guadagnerà e ambiti di competenza
- Diabete di tipo 2: 9% in più di casi ogni due anni. Cherubini (SIEDP): “Nei giovani è più aggressivo che negli adulti. Necessario estendere screening nei bimbi a rischio”
- Ipertensione, il Policlinico Federico II di Napoli è centro di riferimento regionale per il trattamento con denervazione renale