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Trapianto di pene, il primo paziente sarà presto padre…

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Il primo uomo ad aver subito un trapianto di pene, a soli 10 mesi dall’intervento sta per diventare papà. Ci sono solo altre tre persone, al mondo, ad aver subito un intervento chirurgico simile.

Un vero miracolo”. Così i medici hanno definito, ad oggi, il risultato del primo trapianto di pene al mondo, effettuato nel dicembre del 2015 in Sudafrica. Cosa c’è di così prodigioso? Beh… semplicemente… a distanza di soli 10 mesi dall’operazione, il paziente ventunenne sta per diventare padre.

Eh sì. Perché il giovane, così come è stato reso noto durante il convegno della Società italiana di Urologia (SIU) in corso a Venezia (a cui sta partecipando l‘urologo sudafricano che ha eseguito l’operazione, Dott. Andrè Van Der Merwe), a soli tre mesi dal complesso intervento chirurgico aveva già recuperato la piena funzionalità urologica e sessuale; che gli ha consentito di avere erezioni e rapporti sessuali pressoché normali. Solo la sensibilità non è ancora tornata al 100%, “ma è possibile che nell’arco di un paio di anni torni ad avere una sensibilità normale” afferma Vincenzo Mirone, segretario della SIU e Professore Ordinario di Urologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Al ragazzo era stato amputato l’organo tre anni fa, a seguito delle complicanze infettive insorte dopo una circoncisione (i ferri non erano adeguatamente sterilizzati). E al termine dello scorso anno, fortunatamente per lui, è arrivata la grande opportunità di essere operato dal Dott Van Der Merwe.

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Dott. Andrè Van Der Merwe

La chirurgia ricostruttiva ha fatto un vero miracolo tecniche usate da Van Der Merwe e i suoi colleghi dell’università di Stellenbosch sono molto simili a quelle impiegate per il trapianto di faccia: la vera sfida, infatti, è riuscire a unire tra loro vasi e nervi dal diametro inferiore ai 2 millimetri”.

Si è così aperta una nuova strada (finora l’unica alternativa era… l’uso di una protesi) per ricostruire la “normalità” di tutte quelle persone che, a causa di traumi, interventi chirurgici mal fatti, ferite, tumori o anomalie genetiche avrebbero bisogno di un nuovo organo riproduttivo? Sembra proprio di sì. Dopo il caso del ragazzo sudafricano, infatti, nel mondo sono stati eseguiti altri tre trapianti del genere, su pazienti altrettanto giovani, che stanno avendo un follow-up simile.

Alessio Biondino

Fonte: ANSA

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