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Toscana: uno scandalo tira l’altro

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In Toscana la polemica è arte, come è cultura la capacità di dividersi sui temi, che si parli di calcio, politica o del semplice orto di casa, troverete sempre due fazioni a confrontarsi: i tempi dei Guelfi e dei Ghibellini non è mai finito.

Essere neutri in Toscana non è possibile, perché la passione con cui vieni coinvolto è tale che non schierarsi significa essere messo nelle condizioni di diventare invisibile: avere un’opinione è fondamentale perché ti permette di mantenere vive le tue relazioni sociali.

Quando parli di Sanità, ai toscani, non vengono in mente le riforme che hanno portato il loro SSR ad essere modello per il Paese ma principalmente due parole: buco e referendum.

Mentre la paraola “referendum” è la novità per la Toscana, l’altra parola “buco” circola nei pensieri dei cittadini da diversi anni e si accompagna a vicende dove la trasparenza è vittima insieme a verità.

Ricostruire le vicende che hanno riguardato la sanità toscana non è semplice per chi non ha nelle sue prerogative quella di essere un giornalista investigativo si può permettere esclusivamente di citare date e notizie senza ambire ad alcun approfondimento.

Fino al 2010 i Toscani vivevano nella “bolla” di chi pensava di avere una dei Servizi Sanitari migliori del Paese e sostanzialmente se ne vantava con gli amici extra regione, salvo poi accorgersi che qualcosa non stava più funzionando e soprattutto che qualcuno aveva approfittato del consenso acritico dei cittadini per farsi gli affari propri, politici e non.

IL consenso elettorale di cui gode l’attuale Presidente (il termine Governatore non esiste nel nostro ordinamento costituzionale)  ed il Partito che lo sostiene è noto a tutti, non a caso la Toscana fa parte di quel triangolo “rosso” in cui l’alternanza politica tra le forze è pura utopia, come non è un caso che da diverse tornate elettorali il passaggio dalla seggiola dell’Assessorato alla Sanità a quella della Presidenza della Regione sia diventato “obbligatorio”. Questo vezzo iniziato con Martini va avanti dal 1995.

Lo “scandalo” comincia nel 2010 proprio per mano del Enirco Rossi che denuncia alla Magistratura i problemi di Bilancio della ASL di Massa, problemi che secondo l’attuale Presidente ammontavano a circa 60 milioni. La Magistratura non solo prende atto ma apre un fascicolo d’inchiesta che porterà alla luce più che un buco una voragine di ben 420 milioni di Euro. Possibile che la Regione ed il suo Assessore non sapessero? Anche i Giudici, nella sentenza di assoluzione dell’allora DG della ASL Vito Antonio Delvivo, “non solo erano a conoscenza degli strani bilanci dell’Azienda di Massa ma denunciarono il problema al fine di far ricadere la colpa sui singoli personaggi poi coinvolti nella vicenda. Appare francamente difficile non immaginare che effettivamente i vertici della giunta regionale ignorassero sia le anomalie di bilancio e le perdite accumulate (…) sia la consistente crisi di liquidità di alcune aziende sanitarie ed il progressivo allungamento dei tempi di pagamento dei fornitori”, queste le parole esatte scritte nella sentenza.

A conferma di quanto si afferma, come riportato anche dai quotidiani nazionali al momento della sentenza, vi sarebbero delle intercettazioni telefoniche intercorse tra l’Assessore Scaramuccia, il Direttore Edoardo Michele Dajno, direttore generale diritti di cittadinanza e coesione sociale della giunta regionale ed il Presidente Rossi risalenti al 2012. In seguito a queste intercettazioni l’Assessore Scaramuccia si dimetterà e prenderà il suo posto Luigi Marroni, già DG della ASL 10 Firenze e che verrà ricordato nella storia della Sanità Toscana più per la sua pettinatura che per le capacità di gestione politica della Sanità.

Accanto a questa incredibile vicenda, che però non impedito a Enrico Rossi di ricandidarsi e di rivincere le elezioni per la Presidenza nell’ultima tornata elettorale, si sono affiancate altre vicende che se non fossero grottesche e vivessero in un contesto di eccellenza della Sanità, farebbero ridere ed invece dovremmo tutti fare una profonda riflessione.

Nel secondo filone d’inchiesta sul ASL di Massa venivano fuori i prodotti tipici delle amministrazioni del nostro paese: acquisti privati con soldi pubblici e la classica “parentopoli” che non manca mai nelle inchieste sui servizi pubblici.

In questo caso, bisogna dire, che i Dirigenti Toscani (a differenza di altre situazioni similari, basta ricordare le inchieste sui Consiglieri Regionali e le loro presunte spese di mandato) avevano fatto del lusso e del buon gusto un punto fermo per spendere i soldi dei contribuenti, i quali almeno potranno vantarsi di avere una classe dirigente di “classe”.

Nella lista compaiono Rolex, auto di lusso, gioielli per mogli e fidanzate (le amanti per una volta a bocca asciutta ancora non hanno esposto alcuna denuncia in procura), cani e cavalli di pregio. Non si sono fatti mancare nulla e candidamente hanno anche affermato “amare una vita lussuosa”. In effetti chi di noi non amerebbe una vita lussuosa, soprattutto se costruita sulle spalle di altri e senza particolare fatica e sacrificio.

Lo scandalo ASL di Massa (finita al centro anche della solita ed inutile Commissione Parlamentare) è solo la punta di un iceberg che, secondo i Giudici inquirenti, era un modus operandi della gestione della Sanità Toscana, con bilanci “aggiustati” qua e la e come diceva lo stesso Rossi all’ex Assessore Scaramuccia “Vabbè – continua – se parli di Firenze va su sette milioni va bene? Pareggi due. E Pistoia ce ne prendi cinque in testa, ‘un succede mica nulla… Son quattro fuori, ma ne hai pareggiate dieci e magari li recuperi distribuendo meno. Massa meno 55 (…) e questa è andata, la Asl di Lucca, se gli dai quello che gli devi dare, pareggia…”. (www.ilfattoquotidiano.it)

Ovviamente le inchieste in seno alla sanità non hanno riguardato solo le vicende economiche ma anche le nomine di Direttori all’interno delle ASL e delle Aziende Ospedaliere, come quella che ha colpito Laura Benedetto, ex DG della ASL 7 di Siena. La vicenda entrata nel mirino della magistratura riguarda il trasferimento del Dr  Saragosa dalla ASL 9 DI Grosseto alla ASL 7 di Siena, senza alcun concorso pubblico. L’ex DG era già entrata nel giro delle polemiche durante la sua gestione alla ASL di Prato quando dichiarato dall’esponente di FI Stefano Mugnai, candidato Presidente alle ultime elezioni e vice-presidente della Commissione Regionale di Sanità. Mugnai in una dichiarazione di gennaio 2015 “Dopo il caso del crac alla Asl 1 di Massa Carrara  abbiamo ripetutamente portato alla luce problemi sui bilanci e sulle carte della Asl della città del Palio negli anni in cui alla guida c’era Laura Benedetto. Ogni volta i nostri rilievi politici, si sono tradotti in denunce politiche circostanziate. Evidentemente, i fatti sollevati hanno prodotto, presso altre istituzioni, rilievi di altra natura”. (www.firenzepost.it)

Chi è Laura Benedetto? La moglie di Enrico Rossi.

Questa vicenda acuisce i sospetti di una gestione della Sanità tutta all’interno di giochi politici e di potere che si manifestano dentro lo stesso Partito, il PD.

Ma gli scandali della Sanità Toscana non riguardano solo i politici ma si insinuano anche nelle UO.

Tra le fine del 2014 e la prima metà del 2015 viene alla luce lo scandalo che noi chiameremo del “prosciutto” in onore di un articolo comparso sul quotiidiano “Il Tirreno” il 19 novembre 2014. (iltirreno.gelocal.it)

In questo caso il lavoro degli inquirenti si è concentrato sulla fornitura di strumenti come pacemaker e defibrillatori alle Aziende Sanitarie e qui dal tragico si finisce nel tragicomico, anche in questo caso come nelle migliori tradizioni italiane.

Tra gli indagati nomi illustri della Cardiologia toscana ma anche infermieri e amministrativi: per convincere della bontà dei prodotti si elargiscono viaggi, biglietti aerei, tablet ed affini e ovviamente il “prosciutto” ma spagnolo con tanto di tagliere e coltello.

Per non farci mancare nulla ci sono poi i corsi di aggiornamento che le ASL organizzano per i loro dipendenti. Ma mentre per gli Infermieri di UO si scelgono location di fortuna (alcune indiscrezioni ci raccontano di corsi effettuati in stanze fredde e dismesse da anni presso i locali dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze), per i dirigenti e coordinatori le cose vanno decisamente meglio.

Ad aprile di quest’anno scoppia la polemica sulla stampa fiorentina per merito del Sindacato COBAS. (www.lanazione.it).

Nell’occasione però, come si evince dall’articolo, non vi è alcuno spreco di denaro pubblico a parte la retribuzione della giornata lavorativa (semmai ravvisiamo come per molti l’aggiornamento costi giornate di ferie e costi d’iscrizione), semmai una condizione di opportunità visto la situazione emergenziale in cui la Sanità Toscana si trova, con il personale infermieristico obbligato a turni massacranti, senza turnover. A questo si aggiunge la già precaria situazione dei servizi che sono impossibilitati a smaltire le liste di attesa con cittadini sempre più infuriati.

Ma in questa poco nobile cronistoria, non può mancare l’ultimo scandalo in ordine di tempo, ovvero il famoso corso di aggiornamento per Dirigenti nel lussuoso resort con tanto di caccia al tesoro e sauna  e bagno turco, ripreso in un nostro precedente articolo.

Il corso, dal titolo “Realizziamo la nostra Azienda”, hanno partecipato dirigenti delle 4 ASL che verranno fuse grazie alla nuova contro – riforma sanitaria voluta da Rossi. Il progetto formativo prevedeva di fare squadra tra i dirigenti in modo da “amalgamarli” in vista dei gravosi impegni che la fusione avrebbe portato

Costo dell’operazione: 100mila euro (alcuni giornali riportano altre cifre)  di soldi pubblici. Le polemiche, oltre a girare sulla cifra spesa, si concentrano anche sul “solito” filone politico toscano,  il resort di lusso appartiene (in società) al noto politico e senatore PD Marcucci.

La cronistoria mette in luce un elemento di contraddizione tra le dichiarazioni del suo Presidente che annovera il sistema tra i migliori del Paese e la realtà non solo percepita dei suoi cittadini.

L polemiche per Sanità Toscana non si limitano agli scandali più o meno eclatanti ma si estendono in un corpo a corpo tra il Presidente (che si ritiene Padre Costituente della Sanità Toscana) ed i suoi sostenitori e chi invece ha deciso di opporsi al tentativo ormai non più celato di intraprendere un percorso privatistico della gestione dei servizi.

Mentre sulla classifica sui LEA Enrico Rossi si prende una rivincita, sebbene molti sono i dubbi che gli osservatori mettono su queste classifiche, la Toscana diventa nuovamente benchmark tra le regioni italiane. Peccato che in questa classifica, di cui nessuno ha parlato ora, la Regione spicca tra le 5 regioni italiane per i passivi di bilancio dei suoi ospedali. (www.toscanaoggi.it)

Di questi ultimi giorni la notizia del tentativo di affossare 55mila firme per il referendum contro la riforma Rossi, con l’emanazione di una nuova Legge Regionale.

Non c’è  pace per la Sanità Toscana e non c’è pace per i suoi professionisti, a loro va il pensiero ed il ringraziamento di chi scrive perché non è facile operare con professionalità in questo caos e con mille incertezze.

Piero Caramello

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