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Torsione di punta: una forma potenzialmente letale di aritmia cardiaca

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La torsione di punta è una forma rara ma potenzialmente letale di tachicardia ventricolare polimorfa che può colpire pazienti con un intervallo QT lungo. Questa aritmia cardiaca è caratterizzata dalla presenza di complessi QRS rapidi e irregolari, con l’asse elettrico che si contorce intorno alla linea isoelettrica dell’ECG. Se non trattata correttamente, può portare alla fibrillazione ventricolare e, in ultima istanza, alla morte del paziente.

La diagnosi cruciale basata sull’ECG

La diagnosi della torsione di punta si basa sull’elettrocardiogramma (ECG). Questo disturbo è spesso associato a un prolungamento dell’intervallo QT, che può essere causato da diverse condizioni, tra cui farmaci, disturbi elettrolitici e congeniti. L’ECG rileva un asse del QRS ondulante e un intervallo QT corretto per la frequenza (QTc) prolungato. Questi sono segni chiave che aiutano i medici a identificare questa pericolosa aritmia.

Fattori predisponenti e fisiopatologia

Il rischio di torsione di punta è strettamente legato al grado di prolungamento dell’intervallo QTc, specialmente se è superiore a 0,50 secondi. Questa aritmia può derivare da diversi fattori, tra cui la perdita di funzione dei canali del potassio ripolarizzanti o un aumento della funzione dei canali del sodio o del calcio depolarizzanti. Questi fattori predispongono il cuore a precoci post-depolarizzazioni, che possono innescare la torsione di punta.

Cause comuni e sintomi

Tra le cause più comuni di torsione di punta acquisita si trovano i farmaci, in particolare quelli delle classi Ia, Ic o III, ma anche antidepressivi triciclici e altri farmaci. I pazienti con frequenti episodi di questa aritmia spesso presentano fattori predisponenti come il sesso femminile, età avanzata, squilibri elettrolitici come l’ipokaliemia, ipomagnesiemia, ipotiroidismo e altre condizioni.

La sintomatologia della torsione di punta è grave e può includere sincope, palpitazioni e, in casi estremi, la fibrillazione ventricolare, che può portare alla morte improvvisa.

La maggior parte dei farmaci antiaritmici è classificata in 4 classi principali (classificazione di Vaughan Williams) sulla base dei loro principali effetti elettrofisiologici a livello cellulare.

  1. Classe I: i farmaci della classe I sono suddivisi in sottoclassi a, b, e c. La classe I dei farmaci sono bloccanti dei canali dal sodio (farmaci stabilizzanti di membrana) che bloccano i canali rapidi del sodio, rallentando la conduzione nei tessuti con canali rapidi (miociti atriali e ventricolari, sistema di His-Purkinje).
  2. Classe II: i farmaci di classe II sono beta-bloccanti e agiscono soprattutto sui tessuti con canali lenti (nodo seno-atriale e atrioventricolare), dove riducono l’automatismo, la velocità di conduzione e aumentano il periodo refrattario.
  3. Classe III: i farmaci di classe III sono principalmente dei bloccanti i canali del potassio, che prolungano la durata del potenziale d’azione e la refrattarietà nei tessuti con canali sia lenti che veloci.
  4. Classe IV: i farmaci della classe IV sono i calcio-antagonisti non-diidropiridinici, che deprimono i potenziali d’azione Ca-dipendenti nei tessuti con canali lenti e quindi riducono l’automatismo, rallentano la velocità di conduzione e prolungano la refrattarietà.

La digossina, l’adenosina, e l’ivabradina non sono incluse nella classificazione originale di Vaughan Williams. La digossina accorcia i periodi refrattari atriale e ventricolare ed è vagotonica, prolungando così la conduzione lungo il nodo atrioventricolare e il suo periodo refrattario.

L’adenosina rallenta o blocca la conduzione nodale atrioventricolare e può interrompere le tachiaritmie che dipendono dalla conduzione nodale atrioventricolare per il loro mantenimento. L’ivabradina inibisce la corrente funny del nodo seno-atriale e rallenta la frequenza del nodo seno-atriale.

Trattamento e prevenzione

Il trattamento della torsione di punta è un’urgenza medica. Comprende la correzione delle cause sottostanti, come l’interruzione dei farmaci responsabili e la correzione degli squilibri elettrolitici. Il solfato di magnesio è spesso utilizzato per stabilizzare il ritmo cardiaco. In casi gravi, la cardioversione elettrica potrebbe essere necessaria per ripristinare il ritmo cardiaco normale.

A lungo termine, il trattamento mira a evitare le condizioni che prolungano l’intervallo QT. L’anamnesi familiare può essere cruciale per identificare una possibile predisposizione genetica a questa condizione.

La torsione di punta è una grave aritmia cardiaca che richiede un’attenzione immediata e una gestione specializzata. La diagnosi precoce, il trattamento tempestivo e la prevenzione delle cause sottostanti sono fondamentali per la sicurezza e la salute dei pazienti.

Redazione NurseTimes

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