“Ci tolgono anche il diritto di ammalarci”. A parlare è Francesca, delegata della Rsa “Il Porto” di Torino, che giovedì scorso, insieme ad altri oss, ha manifestato sotto il palazzo della Regione Piemonte. La motivazione? Circa un centinaio di lavoratori – per un totale di dieci case di riposo tra Torino, Orbassano e Caselle – saranno assorbiti dalla multinazionale francese Colisee.
“Ogni anno – aggiunge Francesca – possiamo presentare un massimo di dieci certificati medici per malattia, poi siamo licenziabili. Di questi, solo nei primi tre casi siamo pagati al 100%. Poi, dal quarto permesso in poi, la retribuzione diminuisce. Vogliono poi mettere la ‘banca ore’: se fai delle ore in più, non te le pagano subito, ma le accumuli e ti vengono saldate dopo sei mesi. Si perdono così molti soldi”.
E Alessandro Zanetti, della Cub Sanità, spiega: “Chiediamo il miglioramento delle condizioni di vita e lavorative del personale, oggi ridotto alla fame, oltre a un’organizzazione del lavoro più umanizzata”.
Un’oss viene pagata dai 1.100 ai 1.300 euro per 38 ore settimanali, comprese le indennità e i bonus fiscali.
“Spesso – aggiunge Zanetti – è costretta a fare dai sei ai nove giorni di lavoro consecutivi, con turni sulle 24 ore e sull’intera settimana. Il tutto senza riconoscimento di reperibilità né di straordinari, con orari che cambiano improvvisamente e senza nessuna attenzione né per il diritto al riposo né per la vita privata”.
Il nuovo Contratto nazionale di lavoro Anaste (Associazione nazionale strutture terza età), come denunciano da tempo i sindacati, “penalizza la retribuzione della malattia e i giorni di permesso”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Torino Oggi
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