Le segreterie territoriali di Fp Cgil e Uil Fpl lanciano l’allarme, puntando il dito contro la Regione Umbria. Motivo del disagio, lo sforamento dei tetti di spesa.
All’ospedale Santa Maria di Terni è stato imposto il blocco totale delle assunzioni, compreso il turnover, per lo sforamento dei tetti di spesa relativa al personale. L’inquietante notizia, ripresa anche dalla rivista americana Newsweek, è stata confermata dal direttore generale Andrea Casciari ai sindacati di categoria, che esprimono sconcerto per lo stato di decadimentio della struttura.
“Questo stato di cose – attaccano in una nota Giorgio Lucci, segretario generale di Fp Cgil Terni, e Mauro Candelori, segretario di Uil Fpl Terni – comporta il mancato rinnovo dei contratti di 12 oss, figura professionale spesso poco menzionata, ma la cui importanza è fondamentale per la cura del malato. Inoltre, entro l’anno, per vari motivi, l’azienda perderà circa 20 infermieri ed è in forse il rinnovo del personale Covid, pari a circa 30 unità. Rimangono così ‘in forse’ i processi di stabilizzazione possibili con la Legge Madia per l‘anno 2023. Così come rimangono ’in sospeso’ le nomine dei primari in almeno dieci strutture importanti, direttori che sono elemento essenziale per una buona organizzazione e per una ripresa di attrattività dell’azienda per le regioni limitrofe”.
Sull’ospedale Terni i due sindacalisti aggiungono: “Se ad oggi la situazione dell’ospedale è a dir poco precaria, da qui a qualche mese potrebbe implodere, con la conseguenza di un’ulteriore riduzione dei servizi e della chiusura di reparti. Del colloquio avuto con il direttore abbiamo apprezzato la trasparenza sui dati, che confermano purtroppo quanto da tempo andavamo dicendo: l’azienda ha una grande maggioranza di indici di performance del tutto negativi, appesantiti anche dal mancato filtro del territorio (quindi della Usl 2), che di fatto ha imposto all’azienda un carico di lavoro enorme, a partire dal Pronto soccorso. Vista l’impossibilità di implementare per ora il personale, due sono i filoni di intervento che l’azienda ospedaliera intende seguire: una rivisitazione dell’organizzazione interna, che necessita di una forte e costante collaborazione della dirigenza medica, in particolare per ovviare al fenomeno dei letti nei corridoi e delle liste di attesa; un rinnovato e fattivo rapporto con l’Usl 2, a partire da una maggiore presa in carico dei pazienti cronici a domicilio, con un utilizzo totale e diretto dell’ospedale di Narni e del centro geriatrico per i pazienti con malattie croniche, che non necessitano di una assistenza particolarmente complessa”.
E ancora: “Come sindacato confederale, abbiamo preso atto della volontà del dottor Casciari di lavorare per invertire questa tendenza. Non faremo mancare la nostra collaborazione, ma fin d’ora diciamo che per questa complicata operazione non può mancare il sostegno, anche economico, della Regione, cioè del soggetto che ha una grande responsabilità su quanto accaduto in questi ultimi anni. Il colpevole è l’assessorato alla Sanità. Verificheremo, quindi, se quanto accaduto è solo frutto di incapacità gestionale oppure, come spesso abbiamo detto, c’è la ferma volontà di depotenziare questa azienda per favorire una presenza delle strutture private, almeno nelle discipline più remunerative. Valuteremo nelle prossime settimane quali saranno nello specifico le azioni correttive che il direttore generale vorrà attuare. Deve però essere chiaro sin da subito che non accetteremo passivamente altri eventuali sacrifici a carico del personale e dei cittadini ternani”.
Con riferimento alla nota diramata dai sindacati l’azienda ospedaliera Santa Maria ha precisato: “Per quanto riguarda il personale, nel corso dell’incontro è stato confermato che l’azienda rispetta in pieno i dettami della Legge Madia sulle stabilizzazioni. Quanto alle assunzioni, su cui l’attenzione del Santa Maria è sempre massima, è stato rappresentata la necessità di un processo comunicativo/autorizzativo regionale, al fine di garantire le esigenze di assunzioni nel rispetto dei tetti di spesa”.
Redazione Nurse Times
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