Roma, 9 agosto 2023 – Una sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha stabilito che l’Operatore Socio Sanitario non rientra tra le professioni sanitarie esplicitamente definite dalla legge. La decisione, accogliendo il ricorso presentato dagli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione Lazio, ha sollevato importanti questioni riguardo alla formazione del personale sanitario e alla sicurezza dei pazienti.
Il Tar del Lazio ha dato ragione agli Opi della Regione Lazio, che avevano presentato ricorso contro una delibera della Giunta Regionale del 2019.
Questa delibera delineava un nuovo profilo professionale e formativo dell’Operatore Socio Sanitario, assegnandogli competenze anche di natura strettamente sanitaria e una maggiore autonomia nell’esercizio delle proprie attività. La sentenza ha ribadito che l’Operatore Socio Sanitario non può essere considerato una professione sanitaria a tutti gli effetti.
Il Presidente di Opi Roma, Maurizio Zega, ha accolto con favore la sentenza e l’ha definita “una vittoria importante”. Zega ha sottolineato che abbassare gli standard di formazione del personale sanitario non può essere una soluzione per affrontare la critica carenza infermieristica, poiché a pagarne le conseguenze sarebbero i pazienti e i cittadini stessi.
Inoltre, Zega ha evidenziato l’incongruenza di un sistema in cui un lavoratore può svolgere mansioni di carattere sanitario in una regione e non in un’altra, senza possedere le necessarie competenze sanitarie. Ha criticato gli esecutivi regionali per la mancanza di confronto con le professioni sanitarie, auspicando che la sentenza possa portare a una riconsiderazione approfondita della carenza di infermieri nel paese.
“È grottesco pensare che uno stesso lavoratore possa svolgere mansioni delicate di carattere sanitario in modo inconsistente da una regione all’altra. Questo succede quando gli esecutivi regionali non si confrontano con le professioni sanitarie”, ha affermato Zega.
Ha poi sottolineato l’urgenza di affrontare il problema della carenza degli infermieri: la necessità di un’adeguata valorizzazione di una categoria professionale altamente qualificata, che attualmente soffre di mancanza di opportunità di avanzamento e retribuzioni tra le più basse in Europa.
Zega ha infine espresso la speranza che la “transizione epidemiologica” possa guidare il percorso verso un nuovo sistema sanitario pubblico, e ha evidenziato il ruolo che gli Ordini Professionali possono svolgere in questo processo, incluso il contributo alla formazione degli operatori socio sanitari.
La sentenza del Tar del Lazio ha posto l’attenzione su questioni cruciali riguardo alla formazione e alla valorizzazione del personale sanitario, ponendo le basi per una riflessione più ampia sulle sfide della sanità in Italia e sull’importanza di garantire standard elevati per la sicurezza dei pazienti.
Redazione Nurse Times
Fonte: Opi Roma
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