BARI – Tutto il personale del servizio sanitario pugliese va sottoposto al tampone per accertare la positività o meno al covid 19. La richiesta presentata dal segretario generale della Fials, Massimo Mincuzzi, per adesso è rimasta lettera morta. A denunciarlo lo stesso Mincuzzi che ricorda come alla Regione Puglia, al presidente Michele Emiliano, al direttore del Dipartimento salute, Vito Montanaro e ai direttori generali delle Asl pugliesi, già lo scorso 18 marzo ha chiesto di sottoporre a tampone tutto il personale della sanità pugliese.
“Ogni giorno – scrive Mincuzzi – si rilevano casi di contagio in molti ospedali pugliesi come quelli di Altamura, Putignano, Corato, Castellaneta, Copertino, Gallipoli, Galatina, Brindisi, Manfredonia, il “Miulli” di Acquaviva e il “Di Venere” di Carbonara”. Ma i contagi di personale sanitario, denuncia Mincuzzi, si sono registrati anche in diverse postazione del servizio di emergenza territoriale 118 della Asl Bari e, da ultimo, nell’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Di Venere”. Situazione, sottolinea il segretario generale della Fials, che “rischiano di mettere in ginocchio il servizio sanitario pugliese proprio in questa delicata fase di assistenza salvavita degli effetti da covid 19”. Ma la Regione, denuncia Mincuzzi, anche con l’ultima circolare, a differenza di altre regioni come Lombardia e Sicilia, continua a non aderire alla richiesta di sottoporre tutto il personale degli Enti e delle Aziende sanitarie pugliesi al tampone covid 19, così da limitare il contagio proprio a partire dalle strutture sanitarie.
E ci sono altre regioni, come il Veneto che ha deciso di effettuare tamponi a tappeto per i 54mila lavoratori della sanità e anche l’Emilia Romagna ha deciso di aumentare il numero di tamponi. “Per questo ribadiamo – conclude Mincuzzi – l’urgenza di sottoporre tutto il personale impegnato nelle attività assistenziali al tampone covid 19”.
Salvatore Petrarolo
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