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Tagadà – La7. Esamianiamo la puntata dal punto di vista comunicativo

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Dopo la puntata di ieri del talk “Tagadà” di La7, non si placano le polemiche per la gestione della comunicazione che ancora una volta imprecisa e fuorviante, non fa chiarezza sul reale ruolo dell’infermiere di triage ma addirittura lo mette in discussione…rimaniamo esterrefatti e rivendichiamo invece la giusta informazione che vada ad evitare inutili allarmismi che potrebbero nascere nella popolazione dopo la doppia visione del talk in questione che vi proponiamo di seguito:

Tagadà – Pronto Soccorso, morire di codice verde (Puntata 18/03/2016)

 

Tagadà – Infermieri e triage di Pronto Soccorso: replica della Mangiacavalli (Puntata del 29/03)

Intanto raccogliamo alcune dichiarazioni “a caldo” della presidente nazionale della FNC Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, che invitata dalla conduttrice Tiziana Panella in trasmissione ha tentato a più riprese di porre la comunicazione su un piano diverso da quello imposto dalla Panella…che invece ha preferito lo scontro, mettendo in discussione il ruolo stesso dell’infermiere di triage.

“Che dire? Quando il pregiudizio alberga in modo così profondo nelle persone e condiziona qualunque possibilità di confronto, il terreno non è più quello del dibattito costruttivo ma diventa quello degli stereotipi…La strada fatta e’ enorme, quella da fare passa per il consolidamento ed il riconoscimento giuridico e formale delle nostre competenze…”

Ma cerchiamo di esaminare la puntata dal punto di vista comunicativo, cercando di mettere in evidenza gli aspetti cardine che l’hanno caratterizzata.

E’ mancato il dibattito in un talk come quello impostato sul confronto e sull’informazione, con l’esordio infelice sin dalla presentazione della presidente Mangiacavalli  da parte della conduttrice: “Inquadratemi la Mangiacavalli, so che abbiamo una questione aperta…io avrei una questione aperta con gli infermieri…stamattina leggo dalla Repubblica ”Oggi curiamo noi” la sfida ai medici dei nuovi infermieri’…”, dimenticandosi (volutamente?) del titolo dott.ssa, svista che invece non succede per il rappresentante della FIMMG presente in studio: “allora la domanda che io rivolgo al dott. Milillo…”

Piccole imprecisione frutto di stereotipi tipici di un’infomazione imprecisa che pone gli interlocutori su un piani diversi…

La Panella continua con la lettura dell’articolo: “‘Dall’ambulanza al pronto soccorso, mansioni più ampie. Ma i camici bianchi protestano’…state invadendo il campo?”

Ad un certo punto della trasmissione la Panella pone la sua domanda alla presidente Mangiacavalli: “un mal di testa e una colica renale, quale paziente ha priorità?”

E’ evidente che la conduttrice vuole mettere in difficoltà il suo interlocutore, citando appunto una diagnosi medica… è infatti molto improbabile che un cittadino giunga all’infermiere di triage con una diagnosi medica… tale affermazione mette in evidenza la totale impreparazione della conduttrice.

Un infermiere di triage sa benissimo di non dover far diagnosi mediche, ma di dover stratificare il rischio evolutivo in modo tale da identificare chi ha priorità…

Bastava essere un pò più preparati anche attraverso una piccola ricerca su wikipedia per scoprire che non esiste solo la diagnosi medica…

Inutile negarlo, è evidente a tutti…ancora una volta l’immagine di un’intera comunità professionale esce dopo questa puntata televisiva con le ‘ossa rotte’ grazie ad un’informazione faziosa ed imprecisa, che non rende giustizia all’opera di migliaia di infermieri italiani che ogni giorno si adoperano nel triage e nei pronto soccorso della penisola…

…un plauso alla dott.ssa Barbara Mangiacavalli che ha mantenuto la calma…nonostante tutto!!!!

Giuseppe Papagni

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