Approssimativamente il 40-45% delle persone infette da Sars-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Sono queste le affermazione del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Fa riferimento alla pubblicazione sugli Annals of Internal Medicine di una revisione dei dati di 16 coorti che sintetizza le migliori evidenze disponibili sull’infezione asintomatica da Sars-CoV-2, compresa quella italiana di Vò Euganeo.
Cartabellotta commenta le dichiarazioni del capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Maria Van Kerkhove, secondo cui “è molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus” (poi rettificata perchè ‘riferita a un set di dati limitato'”. Cartabellotta dice (fonte DottNet): “I soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni. Diversi studi dimostrano che soggetti asintomatici e sintomatici hanno una carica virale simile che non coincide con la trasmissibilità del virus, ancora non adeguatamente studiata”.
“L’assenza di sintomi non equivale ad assenza di lesioni: infatti, nelle 2 coorti che hanno sottoposto alla Tac i soggetti inclusi (Diamond Princess, Corea del Sud), sono state rilevate negli asintomatici anomalie polmonari subcliniche di incerto significato che richiedono ulteriori studi. A causa dell’elevato rischio di diffusione silente da parte di soggetti asintomatici, è indispensabile estendere le strategie di testing alle persone senza sintomi”.
In sostanza, spiega Cartabellotta, “le evidenze ad oggi disponibili dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2”.
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