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Storie di infermieri. Il sogno di Maura Bargnesi

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Maura Bargnesi
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CHI E’ BARGNESI MAURA?

Saluto i colleghi di NurseTimes, ringraziandoli per avermi concesso questa opportunità.

Chi sono? Direi un’infermiera “Anomala”.

Mi sono laureata presso l’università politecnica delle Marche nel 2010.

All’inizio della mia carriera da infermiera, quando ancora non avevo ben chiaro quali fossero i miei sogni, i miei obiettivi e le mie potenzialità avevo due unici scopi: lavorare in sala operatoria e conseguire il Master in Coordinamento delle Professioni Sanitarie.

Beh, dopo aver maturato esperienza presso case di cura Private della Provincia di Pesaro-Urbino, ambulanze Private e dopo aver vinto un avviso pubblico, ho maturato esperienza per due anni presso un ospedale pubblico nel reparto di medicina generale, successivamente in A.D.I. con contratto a tempo determinato.

Proprio la breve esperienza presso l’A.D.I. di Fano, mi ha fatto cambiare completamente la visione di ciò che volevo fare da grande: dedicarmi all’assistenza infermieristica domiciliare.

Dopo aver verificato che nella mia regione e nella mia città di residenza, Fano, esercitavano pochi infermieri liberi professionisti (oserei dire quasi nessuno) mi sono definitivamente convinta che stavo facendo la scelta giusta.

La presenza di un dottore in infermieristica, disponibile ad assistere il paziente al di fuori dell’ospedale, sia a domicilio che in uno studio Infermieristico o Ambulatorio Infermieristico, offrendo cure costanti, adeguate e professionali è una valida soluzione al bisogno di cura e assistenza.

Quindi da circa due anni, svolgo la libera professione infermieristica a domicilio del paziente e presso ambulatori medici, farmacie, con l’obiettivo a breve di formare una rete di assitenza infermieristica nella provincia di Pesaro, Urbino e Ancona.

Come avete inteso, sono così riuscita a realizzare il mio sogno ricevendo in cambio grandi soddisfazioni.

Nel 2013 ho conseguito il Master di primo livello in Management e Coordinamento delle professioni sanitarie.

LA LIBERA PROFESSIONE INFERMIERISTICA UNA SCELTA LIBERA?

La mia scelta DI ESSERE UNA LIBERA PROFESSIONISTA INFERMIERA è stata una scelta liberissima! La libera professione offre autonomia professionale e premia il merito, portando quelle gratificazioni che non ricevi lavorando in ospedale. La mia esperienza lavorativa ospedaliera mi ha dato la possibilità di valutare un grado d’insoddisfazione professionale dovuta a molteplici fattori tutti concomitanti: orari assurdi, scarso livello di autonomia, scarsa valorizzazione del personale e delle competenze, carichi di lavoro eccessivi e dotazioni organiche sempre più sacrificate. Molti colleghi, molte persone e persino i miei familiari all’inizio, hanno criticato questa mia decisione, tranne mio marito. Avere un lavoro sicuro in strutture pubbliche con stipendio assicurato è sicuramente un vantaggio e ti evita problemi di vario genere.

Più volte mi sono sentita dire: ”hai fatto questa scelta in quanto non trovavi lavoro nel pubblico, vero? Altrimenti non riesco a capire il perché”. Invece io credo nello sviluppo professionale degli infermieri, nella valorizzazione del loro mandato professionale all’interno della società.

La mia soddisfazione più grande la ricevo dai feedback che i pazienti tutti i giorni mi trasmettono. Si crea una sorta di EMPATIA, si instaura un rapporto di fiducia, di stima, un’intimità quasi familiare…Alcuni di loro aspettano proprio il mio arrivo (soprattutto le persone anziane e sole) per poter socializzare e scambiare qualche parola.

IN UN CONTESTO ECONOMICO RECESSIVO CHE OBBLIGA LE REGIONI A TAGLI LINEARI IN SANITA’ CI SONO SPAZI PER LA LIBERA PROFESSIONE INFERMIERISTICA?

Purtroppo stiamo assistendo alla riduzione delle dotazioni organiche legata ai tagli lineari a discapito della qualità dell’assistenza, mettendo a rischio la salute dei cittadini e dei professionisti infermieri a causa dei turni stressanti.

Lo spazio per la libera professione infermieristica si potrebbe ulteriormente aprire se fossero creati nuovi spazi di lavoro e di occupazione che consentano anche ai neo-laureati di inserirsi nella professione.

Creazione di Ambulatori infermieristici, studi infermieristici Associati, rendere ufficiale la figura dell’infermiere di famiglia al quale è richiesto “di essere competente come erogatore di assistenza, comunicatore, leader di comunità e manager che presta il primo servizio in regime convenzionale…” (proposta di legge n. 2537 presentata 11 luglio 2014), e l’inserimento del professionista infermiere all’interno della “Farmacia dei servizi”.

E’ assolutamente necessario però investire nell’infermiere libero professionista, informare sempre di più il cittadino dell’esistenza di questa figura. Una grande vittoria per tutta la professione sarebbe anche la conquista dell’attività libero professionale per i dipendenti pubblici bloccati dall’esclusività di rapporto, deroga concessa però alla dirigenza medica. Una differenza che stride con i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione.

LA SITUAZIONE INFERMIERISTICA NELLE MARCHE

Sarò molto breve: deficit cronico che porta inesorabilmente a precariato, disoccupazione, insufficiente numero di personale all’interno delle strutture pubbliche e private.

Molti neo-laureati si riversano in altre regioni d’Italia provando concorsi pubblici o cercando fortuna migrando in altri Paesi europei (Germania e Regno Unito). Secondo me vanno ricreate le condizioni favorevoli affinché i nostri giovani rientrino in Italia. Sempre più colleghi si stanno avvicinando alla libera professione infermieristica, nella mia provincia di Pesaro – Urbino, risultano iscritti all’IPASVI come tali circa 10 persone.. nel 2013 eravamo solamente in 2 libero professioniste.

POTRESTI DESCRIVERCI QUALI SONO GLI STEP PER POTER ESERCITARE LA LIBERA PROFESSIONE? QUALI OBBLIGHI?

  • Notificare al Collegio provinciale ove si è iscritti l’inizio dell’attività professionale entro 30 giorni trasmettendo: scheda anagrafica aggiornata con indicazione del regime fiscale adottato, (FORMA INDIVIDUALE, ASSOCIATA, COOPERATIVA, SOCIETA’ FRA PROFESSIONISTI),
  • copia certificato di attribuzione partita IVA e codice ATECO ( recarsi da un Commercialista),
  • copia della domanda di iscrizione alla Cassa autonoma di previdenza ENPAPI (tutta la documentazione da inviare è possibile reperirla sul sito internet ENPAPI e va inviata entro 60 gg dall’APERTURA DELLA P.IVA),
  • stipulare l’assicurazione per la Responsabilità civile,
  • Recapito professionale ed indicazione dell’eventuale ambulatorio/studio da inviare all’Ipasvi,
  • Richiesta del nulla osta all’utilizzo del marchio per la pubblicità al Collegio Ipasvi con il rispetto delle norme giuridiche in materia di pubblicità sanitaria,
  • Al termine il Collegio Ipasvi procede alla verifica delle dichiarazioni ricevute.

Tutti i fac-simile della documentazione richiesta è reperibile sul sito del Collegio Ipasvi provinciale e sul sito nazionale ENPAPI.

LA CRISI OCCUPAZIONALE DEGLI INFERMIERI HA “COSTRETTO” TANTI COLLEGHI AD ACCETTARE INCARICHI PROFESSIONALI IN LIBERA PROFESSIONE CON COMPENSI MOLTO BASSI. IL TUO PUNTO DI VISTA?

Purtroppo il tariffario è stato abolito nel 2006. Gravissimo errore…nessuno dovrebbe lavorare senza un tariffario!

Noi liberi professionisti ci sentiamo un po’ alla deriva! Purtroppo arrivano delle offerte di lavoro a tariffe orarie assurde e POCO dignitose.

Purtroppo a volte, non possiamo ribellarci, complice la crisi occupazionale e, non esistendo più un tariffario infermieristico minimo, per cui è difficile contestare le offerte di lavoro di strutture private, cooperative ecc.

C’è chi approfitta della situazione, un fatto reale e molto triste.

La tariffa oraria al di sotto del quale non si dovrebbe mai scendere si aggira sui 18,00-20,00 euro lavorando con case di riposo per almeno 38 ore alla settimana.

Le prestazioni sanitarie che si limitano ad 1-2 ore al gg o settimana, la tariffa minima da applicare secondo me sarà di circa 25,00- 30,00 euro. Potrebbero sembrare cifre altissime, ma non è così, considerando indicativamente circa un 34% di tasse (20% ritenuta d’acconto e 14% da versare ad ENPAPI).

QUALE CONSIGLIO DARESTI AI COLLEGHI CHE VORREBBERO APPROCCIARSI PER LA PRIMA VOLTA ALLA LIBERA PROFESSIONE?

Io credo che l’infermiere libero professionista, sia una risorsa importantissima per superare l’attuale stallo delle strutture pubbliche.

L’infermiere, con la sua autonomia, la sua professionalità e specializzazione può rispondere a tutti i bisogni assistenziali dei cittadini.

Il mio più sincero consiglio: la libera professione deve essere una scelta consapevole, non facile. Esistono mille ostacoli da superare, burocrazia, resistenza al cambiamento da parte di altri professionisti della salute, scarsa informazione dei cittadini dell’esistenza di questa figura importantissima per il sistema salute.

Bisogna avere spalle larghe e forti per affrontare le problematiche legate alla concorrenza sleale.

La libera professione esercitata a domicilio richiede tempo e professionalità per instaurare quel rapporto di fiducia con i pazienti che diventano i nostri datori di lavoro.

Non fate assolutamente questa scelta come seconda opzione, ossia FACCIO LA LIBERA PROFESSIONE PERCHE’ NON sono riuscita ad entrare in strutture pubbliche o private, ma deve essere ripeto LA PRIMA SCELTA CONSAPEVOLE, LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO!!

Grazie per l’attenzione spero di non avervi annoiato, mi auguro possa essere un’intervista interessante e utile per molti colleghi!

Dott.ssa In Infermieristica

Bargnesi Maura

Sito Internet: www.infermierifano.it

Grazie Maura per averci trasmesso tutta la tua passione e tenacia!

 Massimo Randolfi

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