Sono giorni di grande fermento tra i professionisti infermieri che, dopo anni di colpevole silenzio e arrendevolezza, si ritrovano nelle piazze italiane per reclamare i diritti della professione. È innegabile infatti il grande successo avuto dai flash mob organizzati dal Movimento Nazionale Infermieri e dai due sindacati di categoria Nursing Up e Nursind. A questo si affianca la ormai costante azione di FNOPI a livello istituzionale che, seppur non sempre affiancata e sostenuta da una analoga azione di alcuni OPI provinciali, sta iniziando a dare i suoi frutti.
Restano comunque alcuni importanti nodi da sciogliere:
1) la mancanza di obbiettivi condivisi da tutti gli attori in campo
2) la mancanza di un coordinamento nelle strategie da mettere in campo
3) il tentativo da parte di alcuni attori in campo di “calvacare l’onda” estromettendo o boicottando le altre realtà.
La soluzione possibile: convocare gli Stati Generali dell’Infermieristica
L’unica soluzione a questa “babele infermieristica” è, a mio parere, la convocazione degli Stati Generali dell’infermieristica con l’ambizioso obbiettivo di far sedere intorno al tavolo FNOPI, i sindacati e le associazioni e movimenti di categoria, superando e accantonando le storiche e spesso stupide rivalità, al fine di individuare 5 o 6 obbiettivi condivisi sui quali tutti gli attori in campo si impegnino a lavorare in maniera coordinata ed ordinata ciascuno in base alle proprie prerogative.
Inevitabilmente dovrà essere la FNOPI a farsi promotrice di questa iniziativa, in quanto organo superpartes e unica struttura dotata della autorevolezza e solidità istituzionale necessaria. A dire il vero la Federazione Nazionale ha già tracciato, attraverso la pubblicazione dei famosi punti, la rotta per le rivendicazioni della categoria e per la costruzione dell’infermiere del futuro, ma manca ancora quel passo fondamentale verso l’unità nell’azione che sta diventando sempre più una condizione imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi.
È arrivato quindi il momento di costruire e non di dividere, perché la partita “epocale” sull’infermieristica sarà vinta o persa in base a quanto e come ciascuno di noi sarà in grado di costruire in termini di unità di intenti e coralità d’azione. Perché, se è vero che la politica ha “paura della piazza” quando questa è unita, allo stesso tempo ha tutte le capacità e l’esperienza per individuare le spaccature e divisioni e disattivarla, rendendo vano ogni sforzo.
Avanti quindi senza perdere di vista l’obiettivo.
Andrea Farris
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