Il premier Pedro Sanchez ha annunciato l’intenzione di fermare ai conteggio dei positivi e di dettare nuove regole per la modalità di emissione dei certificati di malattia da parte dei medici di medicina generale.
Superati i 100mila contagi giornalieri, la Spagna sembra intenzionata a trattare come la variante Omicron del coronavirus alla stregia di una comune influenza. Il premier Pedro Sanchez ha infatti annunciato l’intenzione del governo iberico di fermare ai conteggio dei positivi e di dettare nuove regole per la modalità di emissione dei certificati di malattia da parte dei medici di medicina generale.
La nuova strategia nella gesione della pandemia sarà probabilmente definita in questi giorni dal Comitato tecnico scientifico, come confermano le parole di Alessandro Catanese, medico italiano che da anni lavora come radiologo all’ospedale Germans Trias i Pujol di Barcellona. «Il presidente – ha detto a Sanità Informazione – cerca di correre ai ripari per evitare che il grande flusso di pazienti verso i centri di assistenza primaria sul territorio per eseguire test antigenici e molecolari, o verso i medici di base per visite e richieste di certificati di malattia, paralizzino la sanità, come è accaduto due anni fa, durante la prima ondata della pandemia, quando in ospedale si trattavano solo pazienti Covid, a scapito di tutte le altre malattie».
La decisione di Sanchez pare aver però creato una spaccatura tra le associazioni di categoria. «I medici di famiglia, in profonda sofferenza nel far fronte a un numero importante di pazienti che affollano gli studi, quando invece potrebbero, per i sintomi lievi che denunciano, restare a casa in isolamento in attesa della guarigione, condividono l’idea di Sanchez di rivedere il meccanismo di tracciamento – puntualizza Catanese –. Ritengono infatti che non sia realmente utile effettuare test antigenici e molecolari quando i soggetti sono giovani, presentano sintomi lievi e non hanno patologie pregresse».
Conclude il medico italiano: «Sarebbe dunque opportuno rivedere la conta dei contatti con la variante Omicron, anche perché mancano le risorse per fare un tracciamento di questa portata, e per i soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale e non presentano patologie pregresse si potrebbe evitare di realizzare il test molecolare di conferma. Oggi le regioni spagnole adottano soluzioni differenti proprio in funzione delle risorse mediche e ospedaliere. Qui in Catalogna, ad esempio, un soggetto che risulta positivo a un test antigenico realizzato in farmacia, ed è vaccinato, rimarrà in isolamento sette giorni. Allo scadere, se non presenta sintomi, potrà automaticamente riprendere le normali attività lavorative anche senza la conferma di un test molecolare».
Redazione Nurse Times
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