“Il personale Infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi, nonché le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsabile del servizio”. A farlo sapere è SIIET Puglia (Società Italiana Infermieri Emergenza Territoriale).
Una vera e propria evoluzione storica definita dal legislatore nel 1992, ma che all’alba dei 30 anni dalla sua introduzione, in alcune aree della penisola, rimane incomprensibilmente inattuata, spiega su Facebook Paolo Mariani, Referente SIIET Puglia. In diverse province della Puglia, pur in presenza di un cospicuo numero di ambulanze INDIA (autista + soccorritore + infermiere) nessuno si è mai adoperato per avviare un percorso che potesse dare attuazione a quanto disposto nel lontano 1992. Eppure si parla di “salvaguardare le funzioni vitali”, obbiettivo primario del Servizio di Emergenza Territoriale 118 dove tempestività e precocità fanno la differenza! Dove “tempo dipendenza” è ovunque la parola chiave.
SIIET, società scientifica che ha tra i suoi scopi principali il “miglioramento dell’assistenza sanitaria in emergenza territoriale”, attraverso il suo gruppo costituito in Puglia, chiede con determinazione alle istituzioni regionali l’immediato avvio di un percorso partecipato che porti nel più breve tempo possibile a dare concretezza al disposto legislativo del 1992. Non è più accettabile che ciò che da anni è realtà in gran parte del paese dimostrando, dati alla mano, efficacia ed efficienza del sistema, in Puglia non sia nemmeno un miraggio! Non si tratta di dare riconoscimento ad una particolare categoria professionale ma, semmai, di garantire una sempre maggiore qualità, efficacia ed efficienza ad un sistema di particolar importanza strategica nell’intero sistema sanitario regionale. I pugliesi tutti ne hanno diritto.
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