In questi giorni, in tutta Italia, diversi casi di anafilassi stanno tenendo banco tra le notizie di cronaca. E purtroppo, come accaduto alla giovane Chiara morta ieri notte a Pontedera, stanno causando diversi decessi
È di oggi la notizia della morte di Chiara, ragazza di soli 24 anni, che la notte scorsa ha avuto un malore dopo essere stata a cena col fidanzato e un paio di amici in un locale di Pontedera. Era allergica al latte e ai latticini, la giovane Chiara, e per contrastare questo suo problema cronico aveva sempre con se i suoi medicinali. Sapeva cosa mangiare e già altre volte aveva passato una serata in compagnia presso l’agriturismo Colleoli di Palaia.
Ma qualcosa è andato storto, stavolta: mentre tornava a casa, la ragazza ha avuto una importante crisi respiratoria e ha provato subito a usare i farmaci che aveva con sé, intanto che gli amici allertavano il 118. Ma tutto, purtroppo, è stato vano: Chiara è morta per shock anafilattico sotto gli occhi disperati del fidanzato e degli amici.
Sulla tragedia è stata aperta un’inchiesta, il titolare dell’azienda agricola indagato e la cucina del ristorante, dove Chiara aveva consumato una vellutata di piselli in crosta di pane, bruschette e penne al ragù di cinghiale, è stata posta sotto sequestro. Sotto i riflettori, c’è soprattutto il contenuto della bruschetta in quanto il resto del menù, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato mangiato altre volte dalla ragazza, che frequentava sempre i soliti posti dove si sentiva al sicuro per via della sua allergia.
In questi giorni ci sono stati altri casi di shock mortali, soprattutto a causa delle punture di imenotteri tipiche di questa stagione: un settantenne genovese è morto oggi a causa della puntura di un calabrone mentre era in vacanza vicino ad Acqui Terme (VEDI); e ieri, a Trinitapoli (Foggia), un quarantacinquenne è deceduto dopo essere stato aggredito da uno sciame d’api (VEDI).
Come si può individuare precocemente i sintomi di uno shock anafilattico?
Per fortuna i sintomi sono piuttosto tipici e non sono così difficili da decodificare. Solitamente, all’inizio compaiono formicolio o senso di calore alla testa e alle estremità; poi, in sequenza: orticaria e arrossamenti della pelle, rinite, difficoltà respiratorie, prurito alla lingua e al palato, alterazioni della voce, edema della glottide, asma, vomito, ipotensione, aritmia.
Quali sono i comportamenti giusti da seguire per aiutare una persona investita improvvisamente da questa grave situazione?
Il farmaco salvavita in caso di soggetti predisposti è l’adrenalina, essenziale per il trattamento acuto della reazione allergica. Perciò i soggetti più a rischio dovrebbero avere sempre con sé un kit con l’autoiniettore di adrenalina e dovrebbero sapersela autoiniettare (ecco come fare) alla comparsa dei primi gravi sintomi, per poi allertare i soccorsi.
Questi sono i consigli degli specialisti della Società italiana allergologia, asma e immunologia clinica per i cittadini che si ritrovano di fronte a qualcuno con una crisi in atto:
- Chiamare subito il 112/118 non appena la persona avverte i primi sintomi. L’intervento del soccorso è importante soprattutto se il paziente non è stato precedentemente istruito all’utilizzo dell’autoiniettore di adrenalina.
- In caso di evidenti difficoltà respiratorie non porre rialzi o cuscini sotto la testa e non somministrare pillole, liquidi o alimenti. Queste operazioni rischiano seriamente di aggravare l’ostacolo al passaggio di aria nelle vie aeree che tipicamente accompagna gli episodi di shock anafilattico.
- Se il paziente si sente svenire è necessario sdraiarlo e sollevargli le gambe di 30-40 gradi, aiutandosi ad esempio con una sedia a terra rigirata. L’importante è che il capo sia in una posizione più bassa rispetto a ginocchia e bacino, così da favorire il ritorno venoso agli organi vitali (cuore e cervello).
- Posizionare la testa del paziente di lato, sempre che non si sospettino lesioni del collo o della spina dorsale (magari a seguito di una caduta nella fase acuta dello shock).
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