I risultati di una recente ricerca dimostrano l’efficacia del trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche (aHSCT) nel trattamento della sclerosi multipla.
Secondo una ricerca pubblicata online sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry (JNNP), le cellule staminali raccolte dal midollo osseo o dal sangue possono rallentare in modo sicuro la progressione della forma più comune di malattia autoimmune, ossia la sclerosi multipla (SM).
Il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche (aHSCT – autologous haematopoietic stem cell transplantation) viene solitamente utilizzato per trattare i tumori del sangue e prevede la raccolta di cellule staminali dal midollo osseo o dal sangue, seguito da chemioterapia e trattamento con anticorpi.
Prove emergenti indicano che tale trapianto è adatto per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente, caratterizzata da episodi infiammatori distinti che causano vari gradi di disabilità residua. Ma l’aHSCT deve ancora essere incluso nella maggior parte delle linee guida cliniche nazionali.
I ricercatori hanno quindi voluto valutarne la sicurezza e l’efficacia quando utilizzato nell’assistenza sanitaria di routine, piuttosto che in condizioni di sperimentazione clinica. Non è stata dimostrata alcuna evidenza di attività della malattia in quasi tre pazienti su quattro (73%) trattati dopo cinque anni, e in quasi due terzi (65%) dopo dieci anni. Nessuno è morto a causa del trattamento.
“Riteniamo che l’HSCT potrebbe portare benefici a un numero maggiore di pazienti con sclerosi multipla e dovrebbe essere incluso come standard di cura per la SM altamente attiva”, affermano i ricercatori.
Full text dell’articolo pubblicato su JNNP
Redazione Nurse Times
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