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Sciopero infermieri, Opi Rovigo si unisce al coro di consensi

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Sciopero infermieri, Opi Rovigo si unisce al coro di consensi
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Il presidente Contro: «Il rinnovo contrattuale è una questione di decoro e dignità professionale».

«L’ordine professionale non è un sindacato, ma il rinnovo del contratto degli infermieri, fermo da quasi un decennio, è divenuta una questione inderogabile di decoro e dignità professionale». Con queste parole Marco Contro (foto), Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche (già Collegio Ipasvi) della Provincia di Rovigo, annuncia l’intervento del consiglio direttivo a sostegno delle organizzazioni sindacali, da tempo impegnate nelle trattative con l’Aran, al fine di ottenere il giusto riconoscimento, degno di una professione intellettuale.

«La parte economica e normativa del Ccnl – spiega Contro – segna il passo dal 2009. Per non parlare di altri istituti, come quello della pronta disponibilità, il cui corrispettivo è cristallizzato al 1990. È  una situazione indegna di un Paese che, pur con diverse velocità e problematiche, vanta uno dei sistemi sanitari migliori al mondo. Per questi e altri motivi il consiglio direttivo di Rovigo invita tutti i colleghi ad aderire allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali per il prossimo 23 febbraio a Roma, anche se sarebbe stato preferibile disgiungere  tale evento da quello dei medici e della dirigenza. Come infermieri riteniamo giusto responsabilizzare chi continua a frapporre ostacoli alla soluzione di una questione che ormai è divenuta prima di tutto morale, affinché il prossimo rinnovo contrattuale non si esaurisca in un mero obolo, ingiusto e offensivo».

Nella nota, l’Ordine infermieristico evidenzia come dal 1999 l’infermiere sia divenuto un professionista intellettuale autonomo, non più un esecutore ausiliario di altre professioni sanitarie. Le normative che si sono susseguite fino ad oggi in materia hanno positivamente sancito questo percorso, tuttora in divenire. La legge Gelli, dal punto di vista giuridico, ha stabilito che la responsabilità dell’infermiere è parificata a quella di tutti gli esercenti una professione sanitaria, mentre la legge Lorenzin ha finalmente reso realtà l’Ordine delle professioni infermieristiche.

«Non è ammissibile continuare a sorvolare sulle giuste rivendicazioni di circa 450mila professionisti – conclude il presidente Contro – che il Paese e il mondo politico non possono più permettersi di ignorare. In un Servizio sanitario nazionale sempre più complesso i colleghi, a tutti i livelli, dal coordinatore al singolo professionista impiegato nell’assistenza diretta nelle corsie, sono impegnati per 365 giorni all’anno a fronteggiare criticità organizzative e gestionali, affrontando turni massacranti, tra vincoli di spesa, blocchi del turn-over e progressivo aumento dell’età media del personale in servizio attivo, al fine di soddisfare i crescenti bisogni di salute della collettività in base a livelli qualitativi sempre più elevati».

Opi Rovigo

 

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