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Sciopero generale: tutte le richieste dei sindacati di categoria

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Sciopero generale degli Infermieri: il 26 febbraio
Foto Daniele Leone / LaPresse 03/11/2014 Roma, Italia Cronaca Senza infermieri non c'è futuro, sit-in di protesta del sindacato Nursind il sindacato delle professioni infermieristiche. Piazza di Monte Citorio
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Ormai è ufficiale: gli infermieri incroceranno le braccia per 24 ore. L’iniziativa è promossa da Nursing Up e Nursind.

Gli infermieri italiani incroceranno le braccia venerdì 23 febbraio 2018. Il motivo principale dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto. “La misura è colma”, spiegano i sindacati del settore dopo il fallimento del tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro.

I sindacati di categoria hanno così annunciato l’astensione dal lavoro per 24 ore a partire dalle ore 7. A proporre l’iniziativa sono stati Nursing Up e Nursind. La notizia è stata divulgata anche attraverso social e associazioni locali. Gli infermieri richiedono a gran voce il rinnovo del contratto del comparto sanità. La loro protesta, come afferma il segretario di Nursing Up, Antonio De Palma, porterà al blocco di attività degli ospedali e delle sale operatorie. Da sottolineare che gli infermieri attivi nel Sistema sanitario nazionale e iscritti ai due sindacati sono oltre 50mila.

Quali sono le richieste degli infermieri?

Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro, gli infermieri reclamano, oltre al rinnovo del contratto nazionale, lo sblocco del turnover e maggiori risorse per l’aggiornamento professionale, il riconoscimento del diritto di svolgere attività libero professionale, la detassazione dello stipendio e una revisione delle indennità. Siamo stanchi di aspettare – prosegue De Palma –. Vogliamo riprenderci la nostra dignità di lavoratori, che si traduce in adeguata retribuzione e riconoscimento, condizioni degne di una società civile.

Anche Andrea Bottega, segretario di Nursind, si allinea: Non è più accettabile, solo per citare un esempio, che a un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità risibile, poco più di 2 euro l’ora, nel periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino. Gli infermieri dicono anche basta ai tagli lineari delle dotazioni organiche, al demansionamento dei professionisti sanitari e alle pretese di deroghe indiscriminate alle ore di riposo.

Ma non finisce qui.

“Chiediamo al Governo di assumersi le proprie responsabilità, incrementando le risorse a disposizione della contrattazione per dare risposte concrete agli infermieri e ai professionisti sanitari del comparto; per realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità. E’ necessario finanziare, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.

Chiediamo direttive e risorse finalizzate a una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ex indennità infermieristica di cui all’art. 40 del CCNL 1999.

Chiediamo direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.

Chiediamo direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento.

Chiediamo direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato, e a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente.

Chiediamo direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’Aran, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino.

Chiediamo l’impegno del Governo, ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero-professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.

Chiediamo l’immediata creazione, per il personale infermieristico e sanitario della distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo allo stato le condizioni previste dal legislatore.

Chiediamo direttive idonee e azioni concrete, volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali e uniformi per la determinazione, in ogni azienda e per ogni servizio, delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto“.


Ci auguriamo che lo sciopero nazionale possa coinvolgere il maggior numero possibile di infermieri e altri professionisti sanitari e che le richieste a favore della professione possano essere ascoltate.

Simone Gussoni

Fonte: Nursind, Nursing Up

 

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