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Sciopero del 3 novembre degli infermieri italiani

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Grande manifestazione quella organizzata dal Nursind, il sindacato degli infermieri, il 3 novembre a Roma, partecipata da oltre 1000 INFERMIERI provenienti da tutta Italia dandosi appuntamento davanti a Montecitorio per protestare contro le politiche restrittive del governo. Una grande affluenza che ha avuto risalto su tutti i media nazionali e locali, mettendo finalmente in evidenza le varie problematiche degli infermieri, finora ritenuta una professione INVISIBILE. Dopo un lungo letargo interrotto con lo sciopero del 3 novembre, gli infermieri Italiani cominciano a ritrovare un barlume di speranza, per un futuro lavorativo migliore che valorizzi una professione da troppo tempo abbandonata al suo triste destino. Parliamo di una forza di oltre 440mila infermieri che a GRAN VOCE CHIEDE di uscire dall’anonimato, di poter affermare la propria professionalità così come indicato nel proprio profilo professionale.

Lo sciopero degli infermieri ha creato non pochi disagi verso l’utenza, bloccando circa 30 mila interventi in tutta Italia (fonti RAI), portando in piazza le ragioni che hanno portato alla protesta.

 

Di seguito l’intervista del segretario nazionale del Nursind Andrea Bottega.

Sblocco del turnover. Tre, fondamentalmente, le ragioni dello sciopero: “Chiediamo innanzitutto la fine del blocco del turn over. Il ‘ricambio’ del personale con la sostituzione di coloro che vanno in pensione – chiarisce Bottega – è bloccato infatti dal 2008, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro. Ciò vuol dire che gli infermieri sono sempre di meno, nonostante la mole di lavoro”.

“Mancano 100.000 infermieri”. Tanto che, sottolinea il segretario Nursind, “secondo gli ultimi dati Ocse, in Italia mancano circa 100mila infermieri rispetto alla media degli altri Paesi Ue”. Altro paradosso è che, se da un lato gli infermieri dovrebbero essere più numerosi per stare alla pari con la medie europee, dall’altro aumentano invece i disoccupati: “Oggi sono circa 25mila gli infermieri senza lavoro e agli ormai rarissimi concorsi pubblici si presentano in migliaia per pochissimi posti”.

Sblocco contrattuale: “Il contratto di categoria è scaduto 5 anni fa e da allora non è stato rinnovato. Ciò significa – denuncia Bottega – che i nostri stipendi sono fermi al 2009”. E la situazione non sembra volgere ad un miglioramento: “Con la legge di stabilità il governo ha chiesto alle Regioni un taglio di risorse agli sprechi che innegabilmente esistono, ma tagliare sugli sprechi vuol dire riorganizzare il sistema dei servizi, cosa che non si può fare senza usare il lavoro professionale. Di fatto – denuncia – anche questa legge di stabilità ribadisce le politiche contro il lavoro pubblico”. Il che vuol dire “che i nuovi tagli andranno a penalizzare inevitabilmente i sistemi di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza”.

In prima linea. La categoria denuncia quindi un profondo malessere, a fronte di un dato innegabile: “Gli infermieri – rileva Bottega – sono i professionisti in prima linea nell’accogliere e assistere i malati acuti, cronici e fragili. E non è un caso che i primi ad essere stati contagiati dal virus Ebola siano stati infermieri in servizio presso gli ospedali”

E proprio Ebola rappresenta un’ulteriore urgenza irrisolta: “Ad oggi – conclude il leader sindacale – non abbiamo ricevuto una formazione adeguata, nonostante il nostro ruolo sia cruciale per fare fronte all’emergenza”.

Dopo lo sciopero dello scorso 3 novembre e dopo che una delegazione Nursind capeggiata dal segretario nazionale Andrea Bottega è stata ricevuta dai gruppi parlamentari del M5S, del P.D. e del N.C.D. arriva la notizia che è stata presentata la bozza per la richiesta emendamento DDL di stabilità 2015 razionalizzazione della spesa sanitaria e valorizzazione del personale sanitario in applicazione del Patto per la Salute.

Traguardo importantissimo per Nursind che, ad appena 24 ore dallo sciopero nazionale, riesce a portare all’esame della Commissione Affari Sociali e conseguentemente alla Commissione Bilancio la propria proposta di emendamento che è stata prontamente raccolta e presentata dai deputati del PD Daniela Cardinale e Daniela Sbrollini vice.-presidente della Commissione Affari Sociali. La richiesta di emendamento al DDL AC 2679-bis a firma del segretario nazionale del Nursind Andrea Bottega fonda le sue ragioni d’essere su 5 punti cardini che trovano il summa nel considerare il lavoro come valore e non solo come costo. La bozza è stata presentata in zona cesarini con la scadenza per la presentazione degli atti alla Commissione Affari Sociali fissata nella serata del 4 novembre. Un risultato fortemente voluto da Nursind che ha trovato la sensibilità, non solo nei deputati del PD, ma anche nel sostegno di quelli del M5S nelle persone degli onorevoli Baroni e Cecconi, ed anche in quelli del Nuovo Centro Destra con i deputati Alessandro Pagano e Dorina Bianchi portavoce in Parlamento.

Fonte: www.infermieristicamente.it

Fonte: www.repubblica.it

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