Nel processo derivante dal filone d’inchiesta romano il pm ha chiesto nove anni di carcere per l’ex direttore generale Marco Bernardini. A Milano l’ex presidente Mario Schiavon aveva patteggiato una condanna a due anni e undici mesi.
Dopo aver affrontato già un procedimento a Milano, patteggiando la pena, gli ex vertici Enpapi sono ora sotto processo a Roma per un altro filone d’inchiesta. Il pm della Procura capitolina, Alberto Pioletti, ha chiesto una condanna a nove anni di carcere per l’ex direttore generale Marco Bernardini, a otto anni per l’imprenditore Giovanni Conte.
L’inchiesta sulle presunte irregolarità commesse dagli allora dirigenti della cassa previdenziale degli infermieri prese le mosse nel 2019, quando fu arrestato anche il presidente Mario Schiavon, che ha poi patteggiato una condanna a due anni e undici mesi. Gli accertamenti bancari e finanziari portarono alla luce un sistema di accaparramento di risorse finanziarie definito “spregiudicato” dagli inquirenti. Con i soldi della cassa, infatti, i vertici si pagavano notti in albergo di lusso, biglietti per partite di calcio con tanto di volo, incontri in hotel con prostitute (almeno 19 quelli documentati, con tariffe da 500 a 800 euro). E poi cene, viaggi, ricche consulenze e ristrutturazioni.
Sarebbero stati sottratti in tutto 40 milioni di euro. Denaro dei lavoratori, di cui l’Enpapi avrebbe dovuto tutelare gli interessi, utilizzato invece a fini personali e di corruzione, e solo in minima parte restituito alla cassa. Inoltre, secondo l’accusa, gli ex vertici si sarebbero avventurati in una serie di investimenti finanziari e operazioni immobiliari al solo scopo “dell’arricchimento personale”.
Redazione Nurse Times
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