Stando alle indagini dei Nas, gli imputati, che avevano aderito al gruppo di medici di base dell’Ats creato per garantire alla cittadinanza un servizio continuativo, non avrebbero garantito la presenza in ambulatorio secondo quanto previsto dall’Accordo collettivo nazionale di categoria.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, due medici di base di Sassari (67 e 64 anni) sono stati rinviati a giudizio e dovranno rispondere del reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter del Codice penale) con riferimento al triennio 2019-2021.
Va premesso che i due imputati avevano aderito al gruppo di medici di base dell’Ats creato per garantire alla cittadinanza un servizio continuativo, attività per la quale percepivano un’indennità annuale. Le indagini svolte dai carabinieri del Nas, incaricati dalla Procura in seguito alla denuncia di un collega dei due, hanno tuttavia accertato che la presenza in ambulatorio non corrispondeva a quella prevista dall’articolo 40 dell’Accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale.
In particolare, il medico di 67 anni avrebbe “omesso di informare l’Ats che non garantiva la presenza nello studio del gruppo per cinque giorni a settimana, conseguendo in questo modo indebitamente dalla stessa Ats l’importo complessivo di 34.176 euro”. Il medico di 64 anni avrebbe invece percepito dall’Azienda per la tutela della salute la somma di 27.970 euro.
La difesa è certa di poter dimostrare l’estraneità dei propri assistiti, anche in considerazione del fatto che l’obiettivo delle associazioni di medici di base è sempre stato quello di garantire un servizio continuativo alla collettività con interscambio di turni e, quindi, di presenza nell’ambulatorio. L’udienza preliminare è stata fissata a gennaio.
Redazione Nurse Times
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