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Sant’Antimo, “Sull’ambulanza saliamo anche noi”: medico del 118 aggredita da parenti di un ragazzo ferito

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L’ultimo caso di violenza ai danni di un operatore sanitario si è verificato lunedì nel comune del Napoletano. Più giorni di prognosi per la vittima che per il 18enne, caduto col motorino.

Non si ferma l’emergenza delle violenze su medici e infermieri. Nel nostro Paese – dice l’Inail – la media è di tre aggressioni al giorno denunciate alle forze dell’ordine dagli operatori sanitari. Lo stesso Istituto ha registrato poi che lo scorso anno sono avvenute oltre 1.200 aggressioni con danni fisici subiti dalle vittime in corsia, al pronto soccorso e per strada in ambulanza. Ma i numeri sono ancora più impietosi, a dare retta alla Croce Rossa, che di aggressioni totali, comprese quelle per la quali non è stata presentata denuncia, ammonterebbero a più di 3mila.

Uno scandalo che continua come un pernicioso stillicidio e che nessuno riesce ad arrestare. L’ultima aggressione in ordine di tempo è avvenuta a Sant’Antimo (Napoli), dove lunedì scorso due energumeni non hanno esitato a scaraventare fuori dall’ambulanza una dottoressa del 118 che si era rifiutata di farli salire bordo del mezzo di soccorso, dove si trovava il loro nipote 18enne, ferito lievemente in un incidente stradale. E da dramma la cosa si è fatta beffa. Atroce. Perché il 18enne caduto dallo scooter è stato medicato e dimesso con una prognosi di quattro giorni, mentre la dottoressa, medicata per contusioni al collo, ginocchio e spalla, è stata dimessa con una prognosi di cinque giorni. Un giorno in più.

I due balordi, un 43enne e un 35enne, malavitosi da mezza tacca, ma davvero molto “coraggiosi” a sfidare, minacciare e malmenare una donna, un medico, che era lì per aiutare il nipote, sono stati sono immediatamente indentificati dai carabinieri della compagnia di Giugliano e dai militari della locale tenenza. I due, che pure hanno tentato di sfuggire al controllo, sono stati al momento denunciati in stato di libertà alla Procura di Napoli Nord per i reati di minacce, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri pomeriggio, poco dopo le 13, sul centralissimo Corso Michelangelo, a Sant’Antimo, il 18enne impatta con lo scooter contro un’auto e viene sbalzato sull’asfalto. È cosciente, anche se spaventato. Il ragazzo viene soccorso a passanti e dai due parenti, uno dei quali telefona al 118. Pochi minuti e un’ambulanza arriva sul luogo del sinistro stradale. La dottoressa monitora le condizioni del ferito e comunica ai due famigliari la decisione di un immediato trasporto presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Frattamaggiore, un altro presidio di frontiera, dove aggressioni e danneggiamenti gravi alle apparecchiature medicali sono più che frequenti.

«E allora veniamo anche noi!», esclamano all’unisono i due. La dottoressa, con molta calma e pazienza, parlando dal bordo posteriore del mezzo, spiega che non è possibile salire a bordo di un’ambulanza, perché è pericoloso ed è anche vietato. «E a noi che ce ne fotte», risponde uno dei due, il 35enne, che afferra l’avambraccio della donna e, con un violento strattone, la scaraventa sull’asfalto. E qui, ancora a terra, la dottoressa viene avvicinata dall’altro, che le promette di farle fare una brutta fine, «dottoressa o no».

Il finale? I due energumeni salgono trionfanti sul mezzo di soccorso per stare vicini al 18enne, spaventato dall’incidente e dalla prospettiva di andare in ospedale. In un angolo, dolorante, scioccata, avvilita e con tanta rabbia che è stata costretta a trattenere, la dottoressa, con un senso di sconfitta difficile da mandare giù. Un senso di impotenza che neanche la denuncia ai carabinieri, e la successiva identificazione dei due, sono riuscite a lenire. Ordinaria follia.

“È un bollettino di guerra – scrive in una nota stampa Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità -. Abbiamo a che fare con una vera e propria emergenza legata alle aggressioni del personale in servizio negli ospedali o a bordo delle ambulanze. Occorre invertire la tendenza. Riteniamo inaccettabile che la sicurezza dei lavoratori del comparto sanitario sia messa a repentaglio ogni giorno da incivili e violenti”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Mattino

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