“La prova di lingua francese non serve a nulla. Preclude l’assunzione a validi professionisti”.
“Se la tutela del bilinguismo (peraltro realtà quasi sparita dalla Valle d’Aosta), senza entrare in discorsi idelogici, può avere un senso per i dipendenti pubblici, diventa una pericolosa tagliola che preclude l’accesso a validi professionisti che potrebbero portare un valore aggiunto alla nostra regione”. Così il consigliere regionale valdostano Stefano Ferrero commenta in una nota la bocciatura all’esame di francese da parte dell’aspirante direttore sanitario individuato per ricoprire il posto vacante da sette mesi.
“Fermiamoci un momento e vediamo se per figure altamente specializzate che ricoprono incarichi apicali, ma soprattutto per i medici e i paramedici, non sia venuto il momento di derogare a questo muro, mettendo in risalto le qualità professionali e di esperienza, e rinunciando a una prova di lingua che non serve a nulla”, scrive Ferrero, che aggiunge: “Dovendo scegliere se tenerci dei somari nostrani che parlano malamente il francese o avvalerci di manager, dirigenti e medici capaci che non conoscono la lingua, io non avrei dubbi e punterei sulla qualità. Ma quando beceri discorsi ideologici su un bilinguismo che non esiste più da anni (basta sentire gli strafalcioni in francese degli eletti in Consiglio regionale per averne la prova) superano il buon senso, c’è poco da discutere. Continuiamo con i sindaci con la terza media con doppi incarichi nelle società partecipate e magari, di questo passo, al posto del chirurgo che parla solo inglese ci troveremo il macellaio francofono nostrano”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.aostasera.it
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